Quella sotto è l'immagine di un capodoglio ucciso dalla plastica buttata e dispersa nell'ambiente da noi umani, che finisce in gran parte in mare. E' una storia vecchia, un fatto avvenuto sulle coste spagnore nel marzo scorso, ma l'ho notata oggi grazie al post facebook di Marco Affronte. Ed è un evento sempre più frequente.
Io capisco le polemiche sul caso di Caterina Simonsen e, in generalem sulla sperimentazione animale, apprezzo il comunicato dell'associazione antispecista Parte in Causa (di cui sono membro), vedo le difficoltà etiche del dibattito sulla questione della sperimentazione animale, ma vorrei che invece di scannarsi sui problemi più difficili da dirimere e quantitativamente meno rilevanti, si cominciasse a ragionare in modo civile sul grande esperimento che stiamo facendo ai danni di tutto l'ecosistema terrestre. Un esperimento che è totalmente fuori controllo e che non ha altro esito prevedibile che la più grande estinzione di massa della storia bio-geologica del pianeta. Una singola specie, Homo sapiens, guidata da una classe dirigente ignorante, ma avida, ha occupato e assoggettato il pianeta ai suoi interessi economici, e, schiavizzando tutti gli esseri viventi che sono proni alla domesticazione, sta cercando di eliminare tutti quelli che non lo sono. Il risultato è una rapida riduzione della biodiversità che riduce in modo catastrofico la stabilità degli ecosistemi. In questa situazione capisco con difficoltà i miei colleghi "scienziati" che continuano a coltivare il loro nulla specialistico (e, almeno alcuni, quelli inseriti nei circoli esclusivi dei fondi, la loro carriera accademica), fingendo di ignorare, o ignorando, che stiamo lasciando ai nostri figli un futuro invivibile. Non riesco a capire come non si riesca a fare un passo indietro e osservare con calma quello che sta succedendo, abbandonando, per un momento, la narrativa imperante della crescita materiale infinita di tutto ciò che è umano, e la riduzione definitiva di tutto quello che non lo è. Prendere atto che si tratta, in ultima analisi, di un suicidio per ingordigia, una Grande Abbuffata planetaria, oscena più che ridicola e ridicola più che tragica, anche se indubbiamente tragica ad un livello mai visto nella storia. E tragica, in particolare, perché nonostante i peana allo sviluppo sostenibile, le posizioni sognanti e anacronistiche degli analfabeti ecologici in tema di libero mercato e capitalismo, la retorica sullo sradicamento della fame e della povertà, il numero di poveri e affamati resta costante, dal momento che ogni punto di crescita materiale viene malthusianamente inghiottito da un corrispondente aumento della popolazione e ogni riduzione dei consumi da una parte si traduce in un aumento di consumi da un'altra. Ma di tutto questo cosa leggete sui giornali, cosa vedete in TV? Notizie frammentarie, parziali, senza collegamento, intermezzate dall'insulsa cronaca politica, da quella economica, monopolizzata dagli pseudo esperti del "mestiere", da quella nera dispensata ad un pubblico reso sempre più necrofilo, e poi dai mille sfavillanti inganni dell'informazione-spettacolo-intrattenimento, in un minestrone in cui nessuno può capire nulla. C'è bisogno di mobilitarsi, cercare di essere pronti per quando le cose diventeranno chiare a tutti attraverso la pedagogia delle catastrofi. Dovrà succedere ad un certo punto. Non c'è bisogno della sfera di cristallo per capirlo.
Auguri per il 2014 a tutti quelli che hanno voglia di mobilitarsi sulle cose che contano. Il tempo stringe.
Blog di Luca Pardi e Jacopo Simonetta sui limiti di questo pianeta.
lunedì 30 dicembre 2013
giovedì 26 dicembre 2013
Preparare il rinascimento.
O rendere il medioevo in arrivo il più breve possibile.
Sono stato assente a lungo. Non avevo voglia di scrivere prima di aver capito un po' meglio, un certo numero di cose. Ho passato gli ultimi mesi a studiare. Prevalentemente economia. Ora sono altrettanto confuso di quanto lo ero prima, ma ad un livello superiore. C' è un corso elementare, ma molto chiaro sul sito della Kahn Academy. Qualcuno dirà: troppo elementare. Può darsi, ma ci fossero più economisti che si impegnano a seguire interamente un corso elementare di termodinamica. Poi in effetti, per elementare che sia, la parte di economia finanziaria, e in particolare la lunga sezione che spiega la dinamica della crisi finanziaria dal 2007 ad oggi, è dettagliata e chiarissima. L'autore, Salman Khan, è stato invitato anche sulla CNN e su altre major dell'informazione per spiegarla al grande pubblico. La storia di Salman Khan è di per se interessante, ma non è questo il momento di parlarne, la potete trovare in rete. Poi ho approfondito su un paio di testi di Economia Politica il che mi ha costretto a rinvigorire la mia cultura matematica che avevo colpevolmente lasciato indebolirsi. Ecco questo per dire perchè avevo poco tempo e voglia di scrivere.
Nelle ultime due settimane ho letto, riletto e meditato l'ultimo libro di Jeremy Legget
Sono stato assente a lungo. Non avevo voglia di scrivere prima di aver capito un po' meglio, un certo numero di cose. Ho passato gli ultimi mesi a studiare. Prevalentemente economia. Ora sono altrettanto confuso di quanto lo ero prima, ma ad un livello superiore. C' è un corso elementare, ma molto chiaro sul sito della Kahn Academy. Qualcuno dirà: troppo elementare. Può darsi, ma ci fossero più economisti che si impegnano a seguire interamente un corso elementare di termodinamica. Poi in effetti, per elementare che sia, la parte di economia finanziaria, e in particolare la lunga sezione che spiega la dinamica della crisi finanziaria dal 2007 ad oggi, è dettagliata e chiarissima. L'autore, Salman Khan, è stato invitato anche sulla CNN e su altre major dell'informazione per spiegarla al grande pubblico. La storia di Salman Khan è di per se interessante, ma non è questo il momento di parlarne, la potete trovare in rete. Poi ho approfondito su un paio di testi di Economia Politica il che mi ha costretto a rinvigorire la mia cultura matematica che avevo colpevolmente lasciato indebolirsi. Ecco questo per dire perchè avevo poco tempo e voglia di scrivere.
Nelle ultime due settimane ho letto, riletto e meditato l'ultimo libro di Jeremy Legget
: The energy of nations: risk blindness and the road to renaissance. (L'energia
delle nazioni: cecità al rischio e la strada per il rinascimento”). Ho scritto una recensione che dovrebbe uscire sul blog di ASPO-Italia nei prossimi giorni. Leggett è un tipo simpaticissimo e se non fosse tale probabilmente scatenerebbe la mia invidia. E' pragmatico e appassionato, senza quella tendenza all'autocompiacimento accademico che hanno molti esperti di questioni varie (fra cui energia, clima, ambiente, risorse ....), è un critico feroce dell'apparato dominante del capitalismo attuale fatto di grandi compagnie energetiche (fossili + nucleare), senza essere il tipico guru della sostenibilità ambientale o il profeta della palingenesi anticapitalista. Da uno come lui è facile digerire una frase come quella con cui conclude il libro: il capitalismo come oggi lo conosciamo deve essere interamente riprogettato e ristrutturato. E perché? Perché sta silurando il nostro benessere, distruggendo la nostre economie, e lasciando un pianeta invivibile per i nostri figli. La ristrutturazione passa ovviamente dallo sviluppo rapido e generalizzato delle rinnovabili letteralmente a discapito delle fossili e del nucleare e dei comportamenti di produzione e consumo sostenibili. Aggiungo io: anche dei comportamenti riproduttivi. Purtroppo Jeremy non lo dice. Chissà se lo pensa. Glielo chiederò. Un buon 2014 a tutti, in attesa che la realtà del contesto ci permetta di iniziare a lavorare fattivamente al rinascimento prossimo venturo. Intanto sembra che la fuori continuino a parlare d'altro, cioè di tutta quella congerie di epifenomeni che interessano la politica.
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