di Jacopo Simonetta
Per molti anni mi sono dedicato a parlare di problemi ambientali e correlati con una varietà di persone: dai bimbi dell’asilo fino agli amministratori ed ai politici che credono di essere grandi, dai cacciatori agli ambientalisti, dai contadini agli operai, dagli imprenditori agli universitari. Alcune volte è stato utile perché ho avuto modo di vedere le cose da punti di vista diversi dal mio. Molto più spesso è invece stato inutile perché ognuno voleva portare a casa un risultato preciso. Ancora più spesso è stato inutile per la presenza nel discorso di modi di pensare che definirei “autobloccanti”. Quelli che, nella mia esperienza, ho trovato più frequenti ed esiziali sono questi:
1 – “O è così, oppure è cosà”. capita che una determinata domanda od una situazione abbia solo due risposte possibili, ma è raro. Di solito, le possibilità sono molto più numerose, tranne quando non ci sono alternative del tutto. I computers elaborano i dati sulla base di una logica binaria che, entro certi limiti, può simulare la realtà, ma non mi risulta che nessuno abbia mai dimostrato che la realtà sia binaria . Personalmente, quando mi viene posto un aut aut comincio subito a chiedermi dove sia la fregatura.
2 – “Se “A” è cattivo, allora “B” (che è contro “A”) è buono”. E perché mai? Assai spesso si verifica che entrambi hanno delle buone ragioni dal loro punto di vista, oppure che sono entrambi cattivi ed hanno interessi contrastanti. Per fare un esempio limite, Stalin e Hitler hanno combattuto l’un contro l’altro letteralmente fino all’ultimo dei loro soldati. Chi dei due avrebbe dovuto essere il buono?
Niente dimostra a priori che se uno a torto (oppure mente), i suoi oppositori debbano aver ragione (oppure essere veritieri) Ci sono infiniti modi di sbagliare e di mentire e, talvolta, anche svariati modi di aver ragione od esser veritieri.
3 – “Questo problema si risolve in questo modo”. Se anche fosse vero, che succederebbe intanto con tutti gli altri fattori correlati? Spostando un peso si spostano tutti gli altri e se non se ne tiene conto si commettono necessariamente errori madornali. Un esempio drammatico è stata la diffusione dei pesticidi agricoli. Visto che gli insetti e le erbacce provocavano perdite sensibili di raccolto, abbiamo utilizzato la chimica per distruggerli. Il risultato, certificato dalla FAO, è che in 50 anni il quantitativo di pesticidi utilizzato in agricoltura è decuplicato, mentre le perdite percentuali di raccolto sono raddoppiate. E nel frattempo abbiamo reso tossiche falde acquifere e fiumi, abbiamo sterminato miriadi di organismi utilissimi, abbiamo contribuito ad elevare i costi sanitari che sono divenuti una delle più pesanti pregiudiziali sul futuro delle società.
4 – “Se questa cosa non risolve il problema, allora è inutile”. Magari è invece utile o perfino necessaria, anche se magari non è sufficiente. Ad esempio, sviluppare l’eolico ed il fotovoltaico non potrà mai compensare la drastica riduzione di combustibili fossili (perlomeno non con le tecnologie attuali). Ma non per questo sono inutili, anzi! Proprio perché in futuro avremo gravi problemi di carenza energetica, installare oggi apparecchi in grado di funzionare per 30 o 40 anni, sia pure con efficienza ridotta, potrebbe essere di vitale importanza. La differenza fra avere poco ed avere niente è abissale, come ben sa chiunque lo abbia sperimentato di persona.
5 – “Se c’è un problema ci deve essere una soluzione”. Forse è vero, ma allora dovremmo smettere di chiamare “problemi” tutte quelle situazioni che semplicemente sono così e così restano, ci piaccia o meno. E sono tante. Per esempio, il peggioramento del clima o la rarefazione delle risorse, l’incremento dei cancri, la sovrappopolazione e tante altre ancora.
6 – “Se non si può ottenere questa cosa, allora tutto è inutile”. Perché? Magari si può ottenere qualcos’altro che è comunque meglio di niente. Ad es. sulla Concordia sventrata si possono fare tantissime cose: dal calare le scialuppe in mare, all’arenare la nave su di basso fondale, al buttarsi tutti in acqua gridando qualcosa e tantissime altre opzioni, alcune delle quali certamente utili proprio perché non è possibile tenere a galla la nave.
7 - “Questa volta è differente”. Un motto particolarmente caro a chi si sta cacciando in un guaio che ha già tritato altra gente prima di lui. In effetti, analizzando le condizioni in dettaglio, non è difficile trovare innumeri differenze rispetto ai casi precedenti, ma se la struttura fondamentale ed il funzionamento sono gli stessi, è molto probabile che anche gli esiti siano analoghi. A questo proposito, forse l’esempio più facile è il meccanismo di formazione e scoppio delle bolle speculative. Perlomeno dal XVII° secolo funziona sempre esattamente alla stessa maniera ed ogni volta fior di professionisti ci ricascano.
8 – “E’ sempre successo così, non cambia mai niente.” Rappresenta l’errore eguale e contrario al precedente. I risultati di un’azione o di un’inazione dipendono infatti dal contesto in cui l’evento si verifica.
9 – “ Vedi il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?” Per cominciare, io mi chiederei che l’acqua sta aumentando o diminuendo. Perché se il livello sale, anche se c’è poca acqua, il dato tendenziale è rassicurante; viceversa, se il livello scende occorre allertarsi subito, anche se abbiamo ancora riserve consistenti.
10 – “Pensa positivo”. Essere paranoici non è utile, d’accordo, ma neppure sforzarsi di immaginare un lieto fine ad ogni situazione è di aiuto. Con la differenza che il paranoico, perlomeno, sarà più prudente e, forse, alla fine avrà maggiori probabilità di cavarsela.
11 – “I problemi siamo noi a crearceli”. Questo è sicuramente vero in moltissimi casi e cambiare atteggiamento nei confronti di una situazione può sbloccare soluzioni efficaci. Ma chi pensa che sia necessariamente sempre così non ha mai avuto un problema vero, di quelli che viceversa sono la realtà quotidiana di un sacco di gente che trova il modo di sopravvivere fra la miseria, le malattie e la violenza gratuita.
12 – “La scienza troverà la soluzione”. Chi dice così, di solito, vuole a tutti i costi fare qualcosa che la scienza ha già ampiamente dimostrato che non si può fare. Oppure che sarebbe molto intelligente evitare di fare.
Sono naturalmente molte altre le frasi tipo che caratterizzano le conversazioni inutili, ma queste sono quelle in cui mi sono imbattuto più di frequente.
Blog di Luca Pardi e Jacopo Simonetta sui limiti di questo pianeta.
mercoledì 25 giugno 2014
venerdì 6 giugno 2014
Sfatatori di miti ed altro.
Non riesco a star dietro a tutto. Da qualche giorno, settimana? Mese? Anno? Non lo so! Da qualche tempo è tutto uno sfatar miti, prendere cose accertate e negarle. Così, tanto per mettersi in mostra, far la punta agli spilli, sentirsi anticonformisti, chic.
Che palle!
L'ultimo che ho visto è questo Werner Boote che con il suo documentario sulla sovrappopolazione recensito su ecoblog. Non ho visto il documentario, ma la recensione è di quelle che dimostrano come l'ecologismo abbia ormai perso ogni contatto con la realtà e sia sulla china dell'ideologia.
Una frase evidenziata, probabilmente attribuibile a Boote, è tipica dello sfatatologia:
La sovrappopolazione è un mito ed è uno strumento politico. I documentari che trattano questo argomento di solito vogliono mostrare l’apocalisse, ma io penso che sia più importante mostrare la verità.
Solo che questa è sfatatologia di sinistra. Negli ultimi anni prevaleva il negazionismo di destra, quello che il cambiamento climatico è un modo per abbattere il capitalismo e distruggere l'egemonia liberal-democratica dell'occidente cristiano-giudaico. Magari anche un po' complottista. Di quelli che il Club di Roma voleva ridurre la popolazione mondiale a suon di epidemie ecc ecc.
In un crescendo retorico buonista, non-violento, altermondista, noglobalista, radical scicchettone l'articolo di ecoblog ci propone la melassa di questa frase:
Sovrappopolazione e cambiamenti climatici sono due diversivi per non pensare alla vera origine dei problemi. Perché questi temi trovano spazio proprio in questa fase storica, quando la gente reclama una maggiore giustizia sociale e chiama i grandi gruppi industriali alle proprie responsabilità? Si individua nella sovrappopolazione la causa della crescita delle emissioni, ma i paesi più popolosi sono anche quelli più poveri e non sono certi i Paesi più poveri ad avere generato le emissioni che hanno prodotto i cambiamenti climatici.
Poteva mancare la citazione del Mahatma Ghandi? Non poteva! E infatti non manca.
“Nella terra c’è abbastanza spazio per soddisfare i bisogni di tutti, ma non abbastanza per l’ingordigia di pochi”.
Ecco, siamo alla soluzione etica. Basta eliminare l'ingordigia e l'egoismo, instaurare il paradiso in terra in cui il lupo fraternizzi con l'agnello, eliminare le differenze, estinguere le classi e i ceti sociali, e infine gli stati e diventare tutti francescani e il gioco è fatto. Su questo pianeta potremmo vivere anche in 50 miliardi, comodamente, condividendo le risorse di Gaia (Mammamia! Come non sopporto più nemmeno questa mielosa definizione del terzo pianeta) con il resto del creato, "vivendo con sobrietà ed eleganza", come scriveva Franco Piperno nel 1972, dopo aver sciolto Potere Operaio, (e, probabilmente, dopo aver letto Talkien) e prima di fiancheggiare le Brigate Rosse.
Vasto programma. In pieno overshoot ecologico di Homo sapiens, se la speranza si riduce alla creazione dell'Uomo nuovo, siamo veramente fritti. E infatti, a ben vedere, siamo fritti.
Quelli che rubano sodo! Come se non ci fosse domani, approfittando di opere catastrofiche e catastrogene come l'EXPO o il MOSE, lo fanno perché sanno o "sentono" che non c'è domani. Non comunque un domani così, come oggi. Sono i veri survivalisti. Si preparano al collasso.
Tanti saluti a tutti.
Luca.
P.S. Volevo scrivere un commento, a freddo, sui risultati elettorali. Ma chi se ne frega!
Che palle!
L'ultimo che ho visto è questo Werner Boote che con il suo documentario sulla sovrappopolazione recensito su ecoblog. Non ho visto il documentario, ma la recensione è di quelle che dimostrano come l'ecologismo abbia ormai perso ogni contatto con la realtà e sia sulla china dell'ideologia.
Una frase evidenziata, probabilmente attribuibile a Boote, è tipica dello sfatatologia:
La sovrappopolazione è un mito ed è uno strumento politico. I documentari che trattano questo argomento di solito vogliono mostrare l’apocalisse, ma io penso che sia più importante mostrare la verità.
Solo che questa è sfatatologia di sinistra. Negli ultimi anni prevaleva il negazionismo di destra, quello che il cambiamento climatico è un modo per abbattere il capitalismo e distruggere l'egemonia liberal-democratica dell'occidente cristiano-giudaico. Magari anche un po' complottista. Di quelli che il Club di Roma voleva ridurre la popolazione mondiale a suon di epidemie ecc ecc.
In un crescendo retorico buonista, non-violento, altermondista, noglobalista, radical scicchettone l'articolo di ecoblog ci propone la melassa di questa frase:
Sovrappopolazione e cambiamenti climatici sono due diversivi per non pensare alla vera origine dei problemi. Perché questi temi trovano spazio proprio in questa fase storica, quando la gente reclama una maggiore giustizia sociale e chiama i grandi gruppi industriali alle proprie responsabilità? Si individua nella sovrappopolazione la causa della crescita delle emissioni, ma i paesi più popolosi sono anche quelli più poveri e non sono certi i Paesi più poveri ad avere generato le emissioni che hanno prodotto i cambiamenti climatici.
Poteva mancare la citazione del Mahatma Ghandi? Non poteva! E infatti non manca.
“Nella terra c’è abbastanza spazio per soddisfare i bisogni di tutti, ma non abbastanza per l’ingordigia di pochi”.
Ecco, siamo alla soluzione etica. Basta eliminare l'ingordigia e l'egoismo, instaurare il paradiso in terra in cui il lupo fraternizzi con l'agnello, eliminare le differenze, estinguere le classi e i ceti sociali, e infine gli stati e diventare tutti francescani e il gioco è fatto. Su questo pianeta potremmo vivere anche in 50 miliardi, comodamente, condividendo le risorse di Gaia (Mammamia! Come non sopporto più nemmeno questa mielosa definizione del terzo pianeta) con il resto del creato, "vivendo con sobrietà ed eleganza", come scriveva Franco Piperno nel 1972, dopo aver sciolto Potere Operaio, (e, probabilmente, dopo aver letto Talkien) e prima di fiancheggiare le Brigate Rosse.
Vasto programma. In pieno overshoot ecologico di Homo sapiens, se la speranza si riduce alla creazione dell'Uomo nuovo, siamo veramente fritti. E infatti, a ben vedere, siamo fritti.
Quelli che rubano sodo! Come se non ci fosse domani, approfittando di opere catastrofiche e catastrogene come l'EXPO o il MOSE, lo fanno perché sanno o "sentono" che non c'è domani. Non comunque un domani così, come oggi. Sono i veri survivalisti. Si preparano al collasso.
Tanti saluti a tutti.
Luca.
P.S. Volevo scrivere un commento, a freddo, sui risultati elettorali. Ma chi se ne frega!
Iscriviti a:
Post (Atom)