giovedì 7 ottobre 2010

Procreazione assistita. Mai con la Chiesa.

A qualcuno è sembrato strano che, nonostante sia un fiero sostenitore del bisogno di ridurre la popolazione umana (in modo non-violento) data l'evidente condizione di overshoot ecologico della nostra specie, non mi sia espresso in merito al caso del Nobel per la medicina 2010 di cui è stato insignito il fisiologo inglese Robert Edward per i risultati ottenuti nello sviluppo delle tecniche di fecondazione in vitro che hanno permesso la nascita di 4 milioni di bambini da coppie altrimenti sterili. E che inoltre non abbia apprezzato la presa di posizione della Chiesa Cattolica sull'evento.

La Chiesa Cattolica ha infatti decretato "non opportuna" la scelta della Reale Accademia delle Scienze Svedese. Le ragioni del fondamentalismo cattolico, con le sue propaggini di atei devoti si riducono tutte nella sacralizzazione dell'embrione, che è poi il passaggio obbligato per vietare l'aborto e mettere sotto controllo il corpo delle persone: infatti se una donna non è libera di abortire il suo corpo è vincolato al volere di altri.

Detto questo è chiaro che la scelta del comitato per il Nobel non mi trova particolarmente entusiasta. La retorica versata a fiumi sui 4 milioni di bambini rischia di nascondere il fatto che ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno su questo pianeta non è permettere a delle persone malate (la sterilità è una malattia) di "produrre" comunque una progenie, ma permettere a tutte le donne che lo desiderano (e sono centinaia di milioni nel mondo) di evitare gravidanze indesiderate, mantenendo una vita sessuale attiva. E ancora di più abbiamo bisogno di convincere coloro che hanno accesso ai metodi anticoncezionali moderni a farne uso in modo da ridurre rapidamente il tasso di natalità.

Ma se critico la scelta del Nobel non mi alleo certamente con la Chiesa Cattolica che nelle Filippine si oppone alla distribuzione gratuita degli anticoncezionali. La scelta del Nobel a Edward da un segnale culturale sbagliato. Ma l'attacco dei preti è il solito tentativo di mettere sotto controllo le persone, la loro sessualità, il piacere. La Chiesa, o meglio le istituzioni religiose di ogni credo (specialmente monoteista), hanno la necessità di avere il controllo sul piacere (sesso) e sul dolore (malattia e morte: si veda il caso dell'eutanasia), cioè sulle nostre vite.




Se qualcuno pensa che si possa, in nome dei superiori obbiettivi di sostenibilità ecologica, venire a patti con i dogmi e l'oscurantismo delle gerarchie cattoliche, si sbaglia di grosso. Infatti di cosa si lamentano i fondamentalist cattolici? Non del fatto in se che siano nati 4 milioni di bambini, ma che per far nascere quei 4 milioni se ne siano "uccisi" chissà quanti altri nella selezione degli embrioni. E che la fecondazione in vitro sia poi il punto di partenza della ricerca sulle cellule staminali embrionali.

P.S. Quattro milioni di bambini sono circa l'1 per mille della crescita demografica nel periodo in cui si sono applicate le tecniche di Edward. Un contributo tutto sommato trascurabile. Il segnale è comunque sbagliato, ma il contributo all'overshoot è abbastanza irrilevante, anche se, a ridurre la forza di questa affermazione, si deve dire che sono 4 milioni di bambini nati nel primo mondo e quindi con una elevata impronta ecologica fin dalla nascita.

7 commenti:

  1. allora sei contrario anche alla modifica della legge 40 italiana che ad oggi non permette la fecondazione eterologa? anche questa legge, qualora, voglia la Consulta!, fosse dichiarata incostituzionale nella parte in cui non permette la fecondazione eterologa alle coppie sterili, andrà ad aumentare il numero di bambini nati da persone "malate"....non sono d'accordo su questo tuo integralismo

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  2. Concordo in gran parte: peraltro è vero che i bambini sono nati nel primo mondo, ma è anche vero che alla fin fine chi si affida alla procreazione assistita difficilmente mette al mondo 2 o più figli e dunque comunque aiuta la de-crescita. Sarebbe ingiusto togliere la possibilità di avere un figlio a chi ha problemi di salute riproduttiva (potendolo aiutare grazie alla tecnica medica) mentre non si blocca semmai chi, da sano, decide di farne 4 o 8 o quanti vuole. Da non-violento per me è positiva la scoperta di Edwards sia per motivi di ricerca (base delle staminali e dunque di tante cure per malattie precedentemente incurabili) sia perché evita discriminazioni tra chi è sterile e chi no. Semmai tutti dovrebbero capire che figliare in modo irresponsabile è catastrofico per il pianeta (ma deve valere anche per chi non è sterile, altrimenti si discrimina solo "per base naturale", in modo per me inaccettabile ed anti-scientifico).

    Ciao, Edo

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  3. Anonimo, non hai letto bene tutto il post. Io sono favorevole alla fecondazione eterologa, omologa, e in genere alla fecondazione desiderata. Quello che sostengo è che la promozione delle nascite in qualsiasi forma non sia una priorità in questo momento rispetto allo sforzo che si dovrebbe fare, e non si fa, per limitare le nascite anche in vista del fatto che troppe sono le donne che vorrebbero usufruire delle tecniche anticoncezionali moderne e non possono per veti religiose e culturali o difficoltà economiche, o tutte queste cose insieme.

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  4. la scelta delle priorità, in questo specifico caso, la lascerei alla donna e/o all'uomo che desiderano un figlio e, per "malattia", non riescono ad averlo. Concordo con Edo: andrebbero bloccati coloro che decidono di metter sù una squadra di calcio o quantomeno di calcetto; danno una bella prova di irresponsabilità ed invece, agli occhi comuni, appaiono come quelli bravi,buoni, ecc ecc

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  5. Ma io sono d'accordissimo nel lasciar decidere, ma odio la retorica del natalismo in qualsiasi modo si manifesti.

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  6. Bravo Luca, non foss'altro che per i pannolini!...

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  7. La sterilità non è una malattia: almeno io non la considero tale. Ci sono individui che non hanno la possibilità di procreare, come avere il naso aquilino o i capelli neri. Invece di farsi pagare le "cure" di una non-malattia dalla collettività (spese elevate e poi spesso inutili perché le cure non funzionano sempre, bisogna provare e riprovare) gli "sterili" potrebbero benissimo adottare. Ma già, io voglio un figlio mio mio, che mi assomigli!

    Paradossalmente il rifiuto illogico della Chiesa cattolica di ogni forma di procreazione assistita va nella giusta direzione: gli sterili dovrebbero accettare il loro stato in quanto volontà di Dio. Purtroppo gli sterili sono una infima minoranza.

    Non si può però nemmeno escludere una certa logica nella condanna della Chiesa: la procreazione assistita ha in effetti dato luogo a pratiche perlomeno discutibili come l'inseminazione eterologa o l'utero in affitto, e altre ancora potrebbero nascerne.

    Credo però che il motivo più vero della condanna da parte della Chiesa sia il controllo della sessualità. Le verità di fede non interessano più nessuno, nemmeno i teologi: la Chiesa ha spostato decisamente il suo interesse sulle questioni materiali che concernono tutti, anche i non cattolici.

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