Ad urne fredde, io non ho ancora ben capito chi abbia vinto. Da un lato Popolarti e Socialisti, insieme, mantengono
un ampio margine di superiorità; dall’altro perdono entrambi parecchi seggi a
favore di formazioni di estrema destra e di sinistra radicale, nemiche su tutto
tranne che sul fatto che bisogna ridurre il potere degli organismi comunitari. Ma sono loro gli euroscettici?
Per discutere l’argomento, conviene cominciare con un
ripassino-lampo di storia patria:
All'inizio del XX secolo le potenze europee avevano,
complessivamente, il mondo in pugno.
Una solida alleanza fra Inghilterra, Francia e Germania avrebbe avuto la
forza di tenere incantonati Stati Uniti, Russia e Giappone, nonché di risolvere
tutti i problemi interni di povertà continuando a sfruttare spudoratamente il
resto del mondo. Certo, non era etico,
ma non fu per uno scrupolo morale, bensì per un desiderio folle di predominio
che gli europei decisero di suicidarsi scatenando la più terribile guerra mai vista
fino ad allora.
Anche i vincitori ne uscirono molto peggio di come ci erano
entrati ed il fiume di sangue fu così impressionante che ne scaturì il progetto della “Paneuropa”. Un progetto che ebbe un notevole successo
iniziale, ma presto soffocato dallo sbarco in Europa della Grande Depressione
degli anni’30, nata in USA. Il
precipitare della situazione economica riportò al governo partiti nazionalisti
che tentarono di arginare i danni ai singoli paesi a scapito dei vicini. Particolarmente feroci furono i francesi a
danno dei tedeschi, cosa che aiutò non poco la carriera politica di Adolf
Hitler.
Fu così che gli europei si gettarono in un secondo ed ancor
più devastante suicidio collettivo; il più grandioso dell’intera storia
umana. Come andò lo sappiamo e,
scavalcando forse 50 milioni di morti, giungiamo al 1945, con noi ridotti ad un
cumulo di macerie, mentre USA ed URSS si scompartivano il mondo, Europa
compresa.
Fu in questo desolante paesaggio che Robert
Schuman ebbe l’idea geniale di sostituire lo sfruttamento dei vinti
con la collaborazione economica. Un
processo che nelle sue intenzioni doveva gradualmente sanare le ferite
reciproche e creare quel clima di fiducia e fratellanza che era indispensabile
per giungere alla creazione di quegli Stati Uniti d’Europa, tante volte
vagheggiati e mai realizzati.
Funzionò e siamo giunti al 1989: collasso dell’Impero
Sovietico. Occasione per gli europei
per un nuovo suicidio. Con la Russia a
pezzi e l’America troppo ebbra di vittoria per preoccuparsi di noi, abbiamo
avuto una finestra di buoni 10 anni per fare due cose: Guidare l’economia in
uno stato il più possibile stazionario; creare una EU politicamente molto coesa
ed integrata da subito, diluendo invece l’integrazione economica nei decenni a
venire. In altre parole, politica e
difesa comuni; economie tendenti all’unificazione, ma con i tempi e le
protezioni di cui ognuno aveva bisogno.
Ancor più importante: basare l’integrazione dei paesi dell’est sulla
necessità di fare fronte comune alle immense difficoltà che non avrebbero
tardato ad arrivare, anziché sulla prosopopea dell’arricchito che “educa al
benessere” il suo vicino di casa povero.
Esattamente il contrario di quanto fecero i partiti al
potere allora (ed ora).
Ma non ci bastò: perseguendo un sogno neocoloniale
assolutamente folle, abbiamo promosso e spinto la globalizzazione economica
planetaria. Il sogno era affascinante:
un Europa faro di civiltà che gestisce buona parte dell’economia mondiale ( a
proprio vantaggio), mentre le fabbriche, l’inquinamento, il proletariato urbano
e tutte le altre cose sgradevoli connesse con lo sviluppo se le prendevano gli
altri che, per di più, ce ne sarebbero stati grati. E’ andata un po’ diversamente ed ora che la
realtà bussa alle porte dei nostri sogni possiamo scegliere fra molte opzioni,
ma ancora una volta riemergono gli spettri di un nazionalismo che,
evidentemente, non ci è ancora costato abbastanza. Sembra che stiamo nuovamente scegliendo di
scannarci fra di noi, anche se sul piano economico e commerciale, anziché su
quello militare, probabilmente perché non abbiamo più forze armate in grado di
combattere se non come supporto a quelle USA.
Fenomeni complessi come questo hanno sempre cause
altrettanto complesse, ma una di queste è facile da identificare: i partiti che
controllano i governi nazionali controllano anche il Consiglio Europeo che è il
vero organo decisionale comunitario. E
da 30 anni questi partiti sono impegnati in un gioco di prestigio: far
funzionare un’economia integrata, ma senza integrare le politiche; anzi, spesso
tirando a farsi l’un l’altro le scarpe.
Non funziona e non può funzionare, ma questa semplice constatazione non
riesce a scalfire i processi decisionali interni agli stati che poi, tramite il
Consiglio, si riverberano a livello comunitario. Il paradosso sta tutto qui: gli stessi
partiti che nel Parlamento europeo spingono per una sempre maggiore
integrazione, nelle rispettive capitali locali e nel Consiglio Europeo remano
invece contro, chi più chi meno.
Del resto è sempre così: le comunità sono più forti dei singoli e danno quindi dei vantaggi, ma per farle funzionare occorre che ognuno sia disponibile a far passare l’interesse collettivo avanti a quello individuale.
Del resto è sempre così: le comunità sono più forti dei singoli e danno quindi dei vantaggi, ma per farle funzionare occorre che ognuno sia disponibile a far passare l’interesse collettivo avanti a quello individuale.
Dunque, se proprio coloro che da sempre stanno seduti nelle
“stanze dei bottoni” hanno estrema cura che certe cose non funzionino, è ovvio
che non funzioneranno. Ed è
altrettanto ovvio che questo provocherà problemi, scontento e la precisa
sensazione di essere presi in giro.
Sentimenti più che giustificati su cui estrema destra e sinistra hanno
facile presa. Io visualizzo la
situazione in questi termini: siamo in mezzo ad un mare in tempesta e l’occhio
del ciclone si avvicina. La nostra
barca è apparentemente robusta, ma chi la ha governata finora ha smontato gran
parte delle strutture portanti per farci delle sovrastrutture inutili e pesanti
che fanno beccheggiare pericolosamente lo scafo, mentre imbarchiamo acqua da diverse
falle. Gli ufficiali si picchiano
intorno al timone, mentre i membri dell’equipaggio vagano con grosse canne in
bocca e bottiglie di whisky mezze vuote in mano. A questo punto un certo numero di passeggeri
si ribella ed ha un’idea: affondiamo la barca ed andiamocene ognuno per conto
suo, vedrete come sarà bello nuotare!
In conclusione, quali sono gli euroscettici?
Quelli che per 30 anni si sono rifiutati di
fare davvero l’Europa, o quelli che in questi giorni si stanno costruendo delle
carriere politiche sugli errori commessi da altri?
Comunque, almeno una cosa nessun euroscettico potrà negare:
tutti i popoli d’Europa sono accomunati da almeno due cose: la smisurata
superbia ed una spiccata tendenza al masochismo.
Bell'articolo, complimenti!
RispondiEliminaIn particolare:
>> Il sogno era affascinante: un Europa faro di civiltà che gestisce buona parte dell’economia mondiale ( a proprio vantaggio), mentre le fabbriche, l’inquinamento, il proletariato urbano e tutte le altre cose sgradevoli connesse con lo sviluppo se le prendevano gli altri che, per di più, ce ne sarebbero stati grati. E’ andata un po’ diversamente
leggevo giusto qualche giorno fa dei giovani portoghesi che, disperati per la crisi e la mancanza di prospettive future (non che noialtri si sia messi meglio), si imbarcano per l' Angola, loro ex colonia e ora emergente potenza africana, dove finiscono per lavorare per i nipoti degli schiavi sfruttati dai loro nonni.
Quando si dice che la ruota della storia gira...
Se consideriamo che nei vari Paesi europei mi pare abbia votato poco più del 40% degli aventi diritto, temo che il fronte euroscettico (o euroindifferente che dir si voglia), sia ben più vasto. Ma certo non bastano gli slogan ripetuti dai capipopolo di turno per raddrizzare la rotta: uscire dall'Euro senza sanare le perversioni della finanza e dell'economia mondiale non risolve un tubo.
RispondiEliminaCertamente all'Europa attuale, per essere davvero unita, mancano molte cose, ma la più importante, secondo me, o comunque quella che viene per prima, è una lingua comune.
RispondiEliminaChe non c'è, e, temo, non ci sarà mai.
Può sembrare una banalità, ma senza una lingua comune, si può costruire ben poco.
Infatti de Gaule aveva proposto da subito il latino (per non finire con l'inglese). Non vollero e così, di fatto. abbiamo l'inglese come lingua franca, anche se l'Inghilterra è sempre stata a margine e forse ci lascerà.
RispondiEliminaMa forse il mio punto di vista è falsato da due figli poliglotti.
Be', il latino proposto da de Gaulle era una scemenza, come l'esperanto. Comunque una lingua franca c'è, ed è l'inglese che dovrebbe - hélas - imporsi (in alcuni paesi europei si possono già dare gli esami di maturità in inglese e in alcune imprese la lingua d'uso è ormai l'inglese).
RispondiEliminaQuest'articolo non mi è piaciuto molto, anche se ci sono naturalmente cose condivisibili. La realtà europea è ben diversa da quella statunitense. Abbiamo una moltitudine di stati (individui, individualità) con una propria lingua e cultura alle spalle. Le lingue ufficiali dell'UE sono state ridotte, se non sbaglio, a cinque (senza l'italiano!). Davvero vogliamo eliminare l'italiano e tante altre lingue per incrementare il commercio e fare più affari e soldi? De Gaulle era per una "Europa dei popoli", formula che continua a piacermi perché rispetta le tante individualità europee che - a chiacchiere - l'UE intende mantenere e coltivare (un po' di diversità fa bene al turismo).
Ormai siamo al punto che anche la parola "popolo" è vagamente oscena e va abolita (esiste forse un popolo tedesco e un popolo italiano? Suvvia, siamo tutti fratelli sulla stessa barca che sta affondando. La Merkel non parla più del popolo tedesco, ma dei cittadini europei).
Io sono un euroscettico di lingua italiana e non mi va di essere apostrofato come estremista di destra perché sono per la conservazione degli Stati europei. Questo non è nazionalismo o passatismo, ma semplicemente istinto di sopravvivenza. In che cosa dovrebbe poi consistere una "politica e una difesa" comuni europee? Una difesa comune, noi che siamo vassalli americani? E da chi dovremmo difenderci? Dai 143 milioni di Russi? O dal miliardo di Africani?
Una terza guerra mondiale tra gli Stati europei è ormai inconcepibile, il rischio è zero.
Gradirei comunque proposte molto concrete, ragionevoli e realizzabili per uscire dalla crisi attuale - che poi non è solo europea. Nell'articolo qui sopra non si accenna alla demografia. Sono piuttosto scocciato, sorry.
La demografia non figura in questo articolo semplicemente perché figura in tutti gli altri che ho scritto e ripetersi all'infinito stufa. Confermo comunque che anche a mio parere è IL problema che rende gli altri ingestibili.
RispondiEliminaIn casa nostra tutti capiscono almeno inglese e francese, quindi non abbiamo problemi di lingua franca, ma altri si. Per me il latino era una buona idea, ma lo era 50 anni fa. Oramai abbiamo l'inglese e ce lo teniamo. Non mi piace, ma è molto pratico.
Una politica della difesa è quella cosa che ti permette, per l'appunto, di smettere di essere un satellite di una potenza straniera e che ti permette di trattare da pari a pari con gli altri stati. Una cosa che alla maggioranza degli europei non interessa e dunque è giusto che non si faccia, ma temo che il vaso di caccio fra i vasi di ferro si farà male per primo. Non che qualcuno ci invada, beninteso. Sono cose (quasi) fuori moda. Oggi si usa la forza politica (di cui la forza militare è solo una componente) per imporre agli altri dei patti vantaggiosi per chi è più forte. Un giochetto in cui gli europei hanno eccelso a lungo, ma che ora sembrano contenti di subire.
Jacopo
L'indipendenza dell'europa dagli US è impossibile senza sciogliere la NATO,il che significherebbe che gli stati europei dovrebbero tornare a spendere per ammodernare i propri eserciti. Anche se l'esercito fosse solo uno,fa lo stesso.
RispondiEliminaCi sono centinaia di basi americane sparse per l'europa.
Gli americani con il loro think tank puntano al dominio dell'EURASIA,e non permetteranno mai che gli europei si smarchino da loro controllo,anche perchè magari questi si avvicinerebbero alla russia.
Gli americani vogliono solo che spendiamo di più per gli armamenti in modo da diventare complementari al loro esercito US.
GLi europei sono malati,si autolesionisti,si è visto nella crisi ucraina come si sono comportati. Hanno fatto gli interessi di Whashington e adesso dovranno LORO farsi carico della bolletta di Gazpromo che gli ucraini non hanno pagato.
Gli europei si comportano in modo viscido,criticano i nazionalismi ma supportano i nazionalisti di svoboda,il partito ultra_nazionalista ucraino che abbiamo visto a piazza maidan .E tutto questo solo in funzione anti-russa e per compiacere gli americani < - i loro veri padroni.
Noi europei compreremo lo shale gas americano,chissà a quale prezzo fra l'altro,perchè abbiamo deciso di inimicarci la russia e il suo presidente Putin, sempre con la questone ucraina.
Come ci porteranno questo gas è ancora un mistero. Forse gli americani hanno dei superoi capaci di piazzare le condotture sotto l'atlantico in un paio di giorni. Non ne dubito visto ciò che producono a hollywood...
Posso andare avanti per qualche ora,per esempio parlando del fatto che abbiamo bloccato qualche mese fa l'aereo presidenziale del presidente della bolivia Moralez solo perchè sospettavamo che ci fosse Snowden a bordo (non c'era per la cronaca) . In realtà ce lo aveva chiesto (ordinato) la casa bianca.
Ovviamente un capo di stato manco a dirlo,gode dell'immunità diplomatica e noi abbiamo violato qualsiasi convenzione e diritto internazional
Per esempio gli italiani sono riusciti a tradire un leader come gheddafi, che gli garantiva contratti vantaggiosi. sempre perchè siamo uno stato sovrano (ahahah) e non influenzati dal nostro burattinaio oltreoceano,ricordiamolo. Una zappata sui coglioni che nemmeno tafazzi ne è capace.
Abbiamo imposto all'iran delle sanzioni per un programma nucleare che fino a qualche anno fa sembrava la minaccia più grande alla pace mondiale,e oggi,che gli iraniani sono tornati utili perchè serve un alternativa alle fonti fossili della russia,sembra essere sparito dal dibattito pubblico.< I nostri media...altra fonte indipendente e non schierati (ahahaahah).
Insomma siamo e resteremo un satellite degli americani,e con il trattato di libero scambio EU - USA diventeremo ancora di più una loro colonia. E la cosa davvero inquietante e che non c'è nessun movimento politico ,a parte proprio i "tremendi" nazionalisti,che voglia smarcarsi dal gioco USA.
ovviamente volevo dire GIOGO USA e non gioco ...poi ci sono altri refusi ,ma la fretta è mia compagna da qualche anno a questa parte. spiacente.
Elimina"Per esempio gli italiani sono riusciti a tradire un leader come Gheddafi ..."
EliminaGli Italiani o alcuni Italiani, ovviamente Italiani che contano più del popolo bue? Berlusconi non voleva, per motivi caratteriali (non è proprio un guerrafondaio) e di amicizia con Gheddafi, ma vi fu spinto dal massone ed ex comunista e filosovietico Napolitano in combutta coi poteri forti europei e mondiali. Ma non ho ancora capito bene perché ci sia stata la necessità di far fuori Gheddafi che era ormai addomesticato (aveva rinunciato alle armi di distruzione di massa e frenava l'invasione degli Africani in Europa). L'iniziativa fu (o almeno mi pare) di Sarkozy, subito secondato da Cameron (gli Inglesi ci stanno sempre subito quando si tratta di menare le mani - forse per rinverdire i fasti di un tempo). L'appoggio di Obama all'operazione è stata discreta, anche se decisiva (ai Francesi mancavano i missili ...).
Scusa per il ritardo nella risposta, Sergio.
EliminaOvviamente si,napolitano,ormai uomo di fiducia degli USA in europa,spinse perchè l'italia partecipasse alla guerra in libya. Le conseguenze per noi sono state disastrrose,visto che avevamo un bel pò di contratti firmati con l'inventore del bunga bunga e con la sua caduta sono andati in furmo...e francesi e anglosassoni ringraziano.
Strano che un vecchio incartapecorito comunista come napolitano sia diventato alleato dell'imperialismo americano,ma non si odiavano a morte fino alla caduta del muro i mangiabimbi e gli sceriffi del globo? misteri della sinistra italiana.
E mi sono dimenticato dello scandalo datagate ,ricordi? solo per lo spionaggio industriale e politico portato avanti dagli usa verso i suoi "alleati" europei, l'EU avrebbe dovuto sanzionare in qualche modo gli US,e invece...NULLA.
Ho avuto anche modo di rileggere tutti i tuoi interventi in questo post e sono totalmente d'accordo con ciò che scrivi.
Fa piacere inoltre leggere posizioni simili alle mie,di solito,e questo post ne è la più lampante testimonianza,sono le forze progressiste e di sinistra a dettare la linea ideologica che poi va a formare quello che è il pensiero unico dominante. Però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi...e i risultati di certe idee sono le caterve di suicidi per la crisi che l'€ ha favorito.
Nessuno oggi ha il coraggio di dire certe verità,perchè "nell'era della menzogna universale,dire la verità è un atto rivoluzionario." cit ;)
"A questo punto un certo numero di passeggeri si ribella ed ha un’idea: affondiamo la barca ed andiamocene ognuno per conto suo, vedrete come sarà bello nuotare!"
RispondiEliminaMagari vedono solo un po' più lungo degli ottimisti di bordo e l'idea viene loro da sè: la barca affonda già di suo, il nostro kayak (lo stato nazionale) bene o male è ancora lì. Solo la dissoluzione dello Stato si può considerare come nuotare.
"Quelli che per 30 anni si sono rifiutati di fare davvero l’Europa": ah, un momento. Un'impalcatura assurda comunque c è, pesa un ira di Dio, non ha legittimità democratica e non funziona per niente, lasciandoci esposti ad una assurda invasione di merci e gente da ogni parte del mondo, senza potere sulla finanza. L'alternativa non è fra questa non vera Europa e la sua ipotetica alternativa, ma fra questa Europa e gli stati nazionali.
<< L'alternativa non è fra questa non vera Europa e la sua ipotetica alternativa, ma fra questa Europa e gli stati nazionali. >>
RispondiEliminaSono d'accordo con Francesco, ma, ovviamente, senza tornare ai cannoni (anche se la storia è piena di precedenti inquietanti).
A differenza degli Stati Uniti e di altri stati federali noi europei abbiamo una storia che ci divide, e due guerre civili recenti (I-II GM). Le divisioni dentro l'Italia, vera causa della crisi di fondo del nostro paese, sono ancora attive a 70 anni dalla fine della guerra civile. Una idea nuova di europa presuppone una politica indipendente e unitaria, un esercito forte in grado di difendere ed intervenire, una struttura di governo unitaria e reale (non fittizia come l'attuale). Un presidente eletto da tutti. Questi obiettivi sono attualmente irraggiungibili e utopistici, per colpa di tutti, non solo degli euroscettici. Anche la sinistra ha paura di fare politica di potenza europea. Senza politica ed interessi veri, l'europa si andrà disfacendo sempre di più nel declino. Ma non accusiamo gli euroscettici per favore...
RispondiEliminaIn effetti è proprio questa la mia tesi. I veri euroscettici sono i governi nazionali che fanno capo ai popolari ed ai socialisti. farge e gli altri casomai sono degli "eurofobi", ma non sono certo loro che stanno minando l'Europa. casomai sono quelli che pensano di raccattare i cocci. Vedremo, io penso che ci faremo tutti molto male ed il primo che si prova a sfilarsi peggio di tutti. vedremo. Inutile discutere, basta aspettare.
EliminaJacopo
Ma se il collasso ecologico è vicino o non troppo lontano o probabile che senso avrebbe il riarmo dell'UE - che fra parentesi non è ancora una realtà? Politica di potenza europea? Per fare che? Per emanciparsi dagli USA? Cosa che gli USA ben difficilmente permetteranno. Un' UE indipendente si alleerebbe con la Russia che resta malgrado tutto una superpotenza sul piano nucleare, l'unico paese che può davvero annientare gli USA (gli altri "nuclearisti" sono piuttosto distaccati).
RispondiEliminaMa a che serve il predominio militare nel mondo attuale? Per assicurarsi le ultime risorse, per conquistare mercati, per avere voce in capitolo, per non essere spazzati via e diventare assolutamente ininfluenti? Ma non siamo ormai tutti sulla stessa barca e non dovremmo pensare a costruire un mondo decente per tutti? Cominciando per esempio dalla stabilizzazione della popolazione, in attesa del calo.
Secondo me servirebbe a guadagnare un po di tempo ed a cadere nel buco fra gli ultimi anziché fra i primi come pare che vogliamo fare.
EliminaJacopo
"Politica di potenza europea?Per fare che?"
EliminaHuntington ha dimostrato nel suo libro "lo scontro di civiltà'" che la storia degli ultimi secoli segue dinamiche darwiniane anche nelle culture e nelle strutture politiche e sociali. Le culture deboli soccombono. E nel caso ci fossero dubbi, ha specificato che per deboli si intende proprio quelle culture prive di potenza politica, economica e militare. E' vero che il comunismo è caduto non per gli eserciti ma per i supermercati e la televisione, ma questi non erano che sottoprodotti di un potere economico. Del resto l'europa è sopravvissuta dopo la II GM non per una intrinseca superiorità culturale, ma per i B52 e i Minuteman americani che l'hanno protetta. Qualunque disegno che noi abbiamo per il futuro, compreso la nostra lotta contro la sovrappopolazione, non deve essere fondato sui sogni e su paradisi inessistenti, ma sulla realtà dei fatti.
<< Huntington ha dimostrato nel suo libro "lo scontro di civiltà'" che la storia degli ultimi secoli segue dinamiche darwiniane anche nelle culture e nelle strutture politiche e sociali. >>
EliminaCredo che l'eccellente libro di Huntington meriti una attenta rilettura.
"Le culture deboli soccombono. E nel caso ci fossero dubbi, ha specificato che per deboli si intende proprio quelle culture prive di potenza politica, economica e militare."
EliminaMa non siamo davanti a una minaccia globale (bomba demografica, esaurimento di risorse vitali, inquinamento, cambiamento climatico ecc.). che interessa e coinvolge tutti? Simonetta qui sopra scrive: "Secondo me servirebbe a guadagnare un po di tempo ed a cadere nel buco fra gli ultimi anziché fra i primi come pare che vogliamo fare." Dunque armarsi per non essere noi le prime vittime del collasso? Ma non bisognerebbe andare al di là di questa logica, per quanto comprensibile? Mi sembra la vecchia logica di sempre: il sol dell'avvenire per tutti è una bella cosa, ma intanto badiamo al sodo, cioè agli affari nostri, alla nostra soprvavvivenza, poi si vedrà.
Il premio Nobel Obama spera in un mondo senza bombe atomiche (ha detto), ma ha aggiunto che essendo realista sa che questo mondo non è per domani (credo bene visto che ha rivendicato la leadership mondiale per il suo paese).
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaUn mondo senza bombe atomiche non è per domani, ma per dopodomani penso di si. per quel che ne so mantenere operativi quel tipo di ordigni è molto costoso. Sicuramente buona parte degli arsenali mondiali non è più operativo e non è detto che sia facile rimetterle in servizio. Inoltre, il picco dell'Uranio pare che sia passato da un pezzo (anche se non tutti gli autori concordano su questo). Ciò significa (se vero) che i principali giacimenti di uranio del mondo sono gli arsenali USA ed URSS e con la fame di energia che entrambi hanno è probabile che finiscano con lo smontare le bombe per alimentare le centrali. Sono pericolose anche loro, OK, ma comunque meno.
RispondiEliminaNotizia di agenzia di oggi 3 giugno 2014:
RispondiElimina"Il governo giapponese punta a una famiglia standard con 3 bambini e attuerà politiche per il raggiungimento di questo obiettivo."
Il Giappone ha un tasso di natalità fra i più bassi del mondo. Di questo passo la popolazione giapponese - attualmente di 127 milioni di persone - calerebbe fra 50 anni a 87 mln. Con le nuove misure per un incremento demografico si spera che fra 50 anni la popolazione sia di almeno 100 mln.
Grande Giappone! Forza Giappone! Perché non un bonus straordinario per il quarto figlio?
Io applicherei una misura differenziale: aiuti consistenti per i primo figlio, molto minori per il secondo, tasse in crescita esponenziale dal terzo in poi. Naturalmente, nel frattempo, educazione sessuale e contraccettivi gratis.
RispondiEliminaMa perché "aiuti consistenti" per il primo figlio? Un figlio non costituisce un onere eccessivo per nessuno. Sì, bisognerà forse rinunciare a qualcosa, ma poi hai anche delle soddisfazioni. I figli non sono solo un carico, ma anche un investimento, danno un senso alla tua vita ecc. Immagino che i tuoi genitori non abbiano goduto di aiuti consistenti eppure ce l'hanno fatta. Oltretutto i figli già godono di aiuti: diritto all'istruzione, alla salute, asili nido e altro. Insomma, non mendichiamo sempre aiuti dalla collettività.
EliminaQuanto alla tassazione progressiva dal terzo figlio in poi (metodo cinese) sarei anche d'accordo, ma ci sono anche delle controindicazioni: ci vanno di mezzo proprio i figli che sarebbero anche loro vittime delle ammende pecuniarie. Poi ci sarebbe il sollevamento delle famiglie numerose e dei loro supporter (Chiesa, partiti familisti ecc.). Credo che da noi non sarebbe applicabile.
Comunque in Italia e in Europa non ci sarebbe bisogno di metodi autoritari e afflittivi: la gente ha capito da sola che si può vivere - e meglio - senza troppi figli. Comunque chi ne vuole tanti se li mantenga, almeno abbia il buon gusto di non esigere aiuti.
"il buon gusto di non esigere aiuti"
EliminaLa storia recente ci ha dato due insegnamenti:
- uno, che qualsiasi strumento tecnologico abbiamo desiderato e avuto, poi non abbiamo piu' potuto farne a meno e il suo uso si e' svelato in una serie di conseguenze nefaste e controproducenti che mai avremmo cercato;
- due, che qualsiasi legge o regolamentazione sia stata richiesta dalle anime pure per risolvere problemi reali e sentiti, si e' trasformata in un incubo di oppressione e vessazione governativa oltretutto inutile o dannoso agli scopi iniziali: le leggi "ecologiche" ne sono un esempio, piogge di tasse e regolamenti su misura delle lobby professionali e categorie industriali che, essendo il loro mestiere il lucro, hanno imparato a lucrare anche su questo, con la benedizione dei "giusti" e dei "buoni" che quasi mai si accorgono, nemmeno dopo, di essere stati usati solo come strumenti di speculazione e vessazione, e di aver fornito i pretesti.
Dati gli amari precedenti, attenzione, specialmente quando si parla di eutanasia e controllo delle nascite: fatti propri dal sistema mediatico / legislativo, e' molto probabile che ci si ritorcano contro nel peggiore incubo, anche senza l'Hitler del momento, basta non solo un Grillo qualsiasi al governo, ma perfino un Pecoraro Scanio in qualche oscuro sottosegretariato.
Secondo me, ovviamente, vista l'esperienza intercorsa finora.
Tasse consistenti per il primo figlio, aborto obbligatorio per il secondo e per tutti quelli appresso. Se uno vuole un figlio, ne risponda alla società da un punto di vista finanziario. Se ne vuole di più, valuterei la castrazione. Aiutare qualcuno a fare ancora figli, no dai, se ne fanno a bizzeffe senza.
RispondiEliminaA parte che si fa solo per discorrere perché, come ha detto giustamente Sergio, nessuno prenderà mai provvedimenti anti-crescita demografica. Al contrario, da oltre 10 anni stiamo subendo una campagna martellante sia per aumentare la natalità, sia per aumentare l'immigrazione.
RispondiEliminaA parte questo, volevo rispondere a Francesco P. che pochi figli va bene, ma troppo pochi non va perché poi ti trovi con oceani di vecchi sulle spalle di pochi. Sta succedendo a noi e sta per succedere in Cina.
L'errore è stato concentrare l'attenzione solo sulla natalità, trascurando completamente la mortalità che è diminuita troppo e troppo in fretta. Per riequilibrare la piramide demografica sarebbero necessari grossi tagli alla sanità specialmente nei servizi resi ai malati terminali ed agli ultra 80. Non penso che si dovrebbero abbandonare; assolutamente no, ma si dovrebbero fornire aiuti al trapasso indolore al posto dell'accanimento terapeutico tanto di moda.
ANATEMAAAAA!!!!
"... pochi figli va bene, ma troppo pochi non va perché poi ti trovi con oceani di vecchi sulle spalle di pochi."
EliminaMa "troppo pochi quanti"? Penso sia difficile, anzi impossibile stabilire delle quote ovvero il numero di figli più o meno ideale per far funzionare la società. Gli esperti, i demografi (per es. l'amico Andrea Furcht), parlano di tempi lunghissimi per un rientro dolce, addirittura secoli. Secoli che verosimilmente l'umanità non ha a disposizione. Inevitabile quindi il collasso o tempi durissimi per quelli che verranno. O forme di società per noi poco appetibili (termitai senza democrazia, scarsa o nulla attenzione all'individuo, rapida eliminazione degli elementi che intralciano il funzionamento dell'organizzazione sociale). Mi sembra però che s'insista troppo sul peso costituito dai vecchi. Non dimentichiamo che anche i giovani costano - sono sulle spalle di genitori e società fino a venti e persino trent'anni. Certo, alla fine bisogna vedere chi riceve di più di quel che ha dato.
I tagli alla sanità sono un argomento scabroso, ma bisogna anche dire che la sanità è ormai fuori controllo ovunque nei paesi industrializzati, le spese sono ormai eccessive e insostenibili. Per il Nuovo Catechismo della Chiesa cattolica l'accanimento terapeutico, ovvero le spese spropositate e pressoché inutili, è ingiustificato (ma poi la stessa Chiesa si contraddice affermando che idratazione e alimentazione artificiale non sono terapie bensì "sostegno vitale" che è assolutamente vietato sospendere). Forse però il vento sta girando visto che l'eutanasia - ovvero la "morte dolce", non l'eliminazione degli "scarti della società" - non è più un tabù. A volte si ha proprio l'impressione che si voglia impedire in tutti i modi ai moribondi di morire mantenendoli in vita contro la loro volontà e il buon senso, il tutto a spese della collettività e a vantaggio delle case farmaceutiche (che senso ha somministrare farmaci antitumorali di ultima generazione, carissimi, che prolungano la vita di qualche mese?).
Francia, Svezia, Russia e adesso anche il Giappone cercano d'incrementare le nascite con agevolazioni o incentivi vari. E in effetti il tasso di natalità in Francia e Svezia è risalito (senza però raggiungere il livello di sostituzione del 2,1%). Ma penso sia sbagliato accusare la gente di egoismo, come fa adesso il papa: questo è moralismo a buon mercato. Bisogna invece chiedersi perché la gente di figli non ne vuole più o almeno non più tanti come in passato. Ci sono delle ragioni ben precise. Non si può parlare tutti i giorni di crescita (dei consumi) e poi rimproverare la gente che vuole consumare di non fare più figli. Più figli hai meno puoi consumare, è logico. Ma un certo tenore di vita, dei consumi ragionevoli e non bulimici, fanno parte dello standard occidentale - e comportano un minor numero di figli che in passato. Quando ero bambino - sessanta e più anni fa - i salesiani accennavano alla "piaga del figlio unico". Già allora! Io non capivo bene questa espressione, ma non l'ho dimenticata. E che pensare di quei preti in Germania che quasi si rallegravano che i genitori di un solo figlio l'avessero perso in guerra: ben gli stava a quegli egoisti!
P.S. Accanimento e terapia sono concetti contrari (accanirsi viene da "cane"). Perciò Veronesi propone l'espressione più appropriata di "ostinazione terapeutica". Ostinazione rende anche più l'idea dell'intestardirsi in un'opera inutile.
"Ostinazione rende anche più l'idea dell'intestardirsi in un'opera inutile."
EliminaInterstardirsi in un'opera "inutile" e' la principale chiave per il "successo", che come sappiamo ha senso solo in quanto raggiungimento e in quanto sociale, non importa quanto inutile (ad una rigorosa analisi, di "utile" resta poco o nulla). Vi ricorderete il detto, confermato dalla statistica, sul rapporto fra perspiration/inspiration, nel "genio". Una volta definito un "regolamento di gara", che puo' essere anche il "piano corporeo", poi non resta che correre. Per questo forse c'e' questo istinto all'accanimento. Lo vediamo in azione nella passione istintiva che testimonia trasparentemente come si dipana la vitalita' degli uomini, nello sport fisico (in quello intellettuale e' lo stesso, se non peggio). Quindi, in contrapposizione, non c'e' altro di sensato da fare che lasciare che gli avvenimenti seguano il loro corso, per i piu' ambiziosi e "di successo" cavalcandone l'onda.
Bel blog il vostro comunque, ci avevo perso l'abitudine.
@Jacopo: niente da eccepire (adoro quell'ardito "la mortalità che è diminuita troppo e troppo in fretta"), tranne questo passo:"troppo pochi non va perché poi ti trovi con oceani di vecchi sulle spalle di pochi". Non che sia una situazione astrattamente desiderabile, ma ora che vuoi fare, il problema di base non sono i pochi o troppo pochi figli, ma quell'oceano di vecchi. Ai sinistroidi ho sempre sentito dire che le pensioni i vecchi se le sono pagate loro, sarebbe da prenderli in parola e regolarsi di conseguenza: si predefinisce un certo esborso dell'inps spalmato su un tot numero di anni, anche facendo scegliere al pensionato. E quando ha ricevuto quanto previsto, affari suoi. Ha pagato, non deve stare sulle spalle di nessuno. Il 40 magico-intoccabile della Camusso mi starebbe anche bene, a queste condizioni, altrimenti è solo ideologia.
RispondiElimina@Sergio: "alla fine bisogna vedere chi riceve di più di quel che ha dato", ecco. Leggevo di un pensionato d'oro che diceva: lo stato con me, finora, ha guadagnato. La chiave sta tutto in quel "finora".