di Jacopo Simonetta
Questo blog è dedicato alla memoria del reverendo Thomas Robert Malthus. Grande amico personale di David Ricardo,
Fra una tazza di the ed bicchierino di sherry i due avevano capito molto di come funzionavano i rapporti fra economia e popolazione. Come tutti i pionieri, si erano sbagliati su molte cose, e d’altronde il mondo è cambiato non poco da allora.
Tuttavia alcuni punti dei loro ragionamenti rimangono validi a distanza di quasi due secoli.
Il primo è che, se non si interviene per limitare volontariamente la natalità, la crescita demografica sarà più rapida delle crescita economica, condannando la maggior parte della popolazione ad una miseria sempre più nera.
Il secondo è che la crescita demografica aumenta l’offerta di mano d’opera minando il potere contrattuale delle classi lavoratrici. In pratica, sostenevano che, in assenza di adeguate misure, un aumento dei salari avrebbe causato un aumento della popolazione, il che avrebbe portato ad una nuova riduzione dei salari. In pratica, i salari erano per natura nell'ordine di grandezza della mera sopravvivenza del lavoratore con la sua famiglia. Un miglioramento, quando possibile, sarebbe stato temporaneo.
Il terzo punto era che, aumentando la popolazione di un paese, l’unica alternativa al disastro del medesimo era la massiccia emigrazione del surplus, il che non faceva che trasferire il disastro sulla pelle di altri popoli incapaci di difendersi. La storia non ha fatto che confermare tragicamente questa previsione. La marea montante in Europa è dilagata verso est e verso ovest travolgendo tutto ciò che poteva ostacolarla.
Tutti questi punti sono stati negati e ridicolizzati negli anni ruggenti della petrolizzazione dell’economia. Per una trentina d’anni, infatti, la crescita economica è stata più rapida della pur esplosiva crescita demografica ed il povero Malthus fu postumo oggetto di ogni dileggio. Trascorso qualche decennio ancora, dagli armadi in cui erano state relegate, queste osservazioni sono però tornate a tormentare le nostre coscienze. Diamo un’occhiata all'andamento dei salari ed alle offerte di impiego per i giovani da una decina d’anni a questa parte. Si tratta di una crisi passeggera, come molti asseriscono, o di un ritorno alla normalità?
Vedremo, ma cosa c’entra Swift in tutto ciò?
C’entra molto perché il punto fondamentale di tutto ciò è che LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONDANNA IL POPOLO ALLA MISERIA. Una cosa che l’Irlandese aveva capito bene cent’anni prima di Malthus e del suo ancor più illustre amico.
Anch'egli pastore anglicano, Swift è famoso come romanziere, ma da grande scrittore qual’era, osservava la realtà con una rara perspicacia. E la descriveva con lucidità.
Nel 1729 pubblicò un libello dal titolo “Una modesta proposta: per impedire che i bambini irlandesi siano a carico dei loro genitori o del loro Paese e per renderli utili alla comunità”.
Una lettura che consiglio a tutti coloro che non sono deboli di stomaco. Immediatamente stroncato dal pubblico e dalla critica che forse non capì il disperato sarcasmo dell’opera, o forse perché lo capì anche troppo bene, ad oggi rimane una lettura volutamente disturbante. E per una buona ragione. Niente è più tragico del destino di un popolo che si scontra brutalmente con il limite di capacità di carico del proprio territorio.
In poche pagine Swift realizza uno dei primi (forse il primo) capolavoro dell’humour noir della letteratura europea, descrive con spietato realismo le condizioni di vita dei poveri d’Irlanda ed indica senza mezzi termini le cause di tutto ciò: l’avidità dei ricchi e la stupidità dei poveri. In particolare, con il suo inconfondibile stile, dice chiaramente che la riproduzione forsennata condanna senza remissione possibile i poveri alla miseria. Qualunque cosa accada.
Swift morì senza figli e lasciò il cospicuo patrimonio che aveva accumulato come scrittore alla città di Dublino, ma non per nutrire i poveri, bensì per costruire il primo manicomio d’Irlanda (una realizzazione di assoluta avanguardia a quell'epoca). Spiegò nel testamento che un manicomio era l’istituzione più necessaria in un paese di pazzi.
"La crescita demografica condanna il popolo alla miseria"
RispondiEliminaAssioma da incidere su lastra di marmo e da mostrare (in particolare) a chi ha un orientamento filosofico-politico marcatamente 'di sinistra'...
Purtroppo anche l'assioma inverso << più popolazione, più crescita economica, più ricchezza >> è molto popolare.
RispondiEliminaEd è quello che guida i nostri governanti.
Egregio, direi che "l'assioma inverso" purtroppo è (sempre stato) molto più popolare dell'altro tra le classi dirigenti, non solo politiche ma anche economiche e religioso-confessionali; proprio per questo motivo pensatori come Malthus possono/devono essere considerati preziose "mosche bianche"... Saluti
Eliminail bandolo della matassa è l'energia fossile. Senza si tornerebbe ad una dimensione malthusiana della vita.
EliminaNon per dire, ma si torna alla dimensione malthusiana piu' con l'energia fossile che senza.
EliminaBasterà aspettare neanche tanto per vedere chi ha ragione.
RispondiEliminaBasterà aspettare neanche tanto per vedere chi ha ragione.
RispondiEliminaSto leggendo un bel libro di Ricossa, altro pessimista-depressivo della nostra specie, "impariamo l'economia", il cui secondo capitolo e' dedicato proprio a Malthus.
RispondiEliminaRicossa e' anche il nostro (grande e negletto) economista che ha scritto "maledetti economisti, le idiozie di una scienza inesistente"... che merita.
Riguardo al libro sopra citato che sto leggendo, oltre il capitolo su malthus non so come proceda. Comunque si tratta di un libretto BUR invenduto che si trova a 3 euri, probabilmente benissimo spesi (altrimenti il mulo, prima non c'era adesso si'...)
Attenzione, però: è improprio dire che i salari "per natura" sono nell'ordine della grandezza di sopravvivenza per i salariati. La "natura" c'entra poco: c'entra molto, invece il desiderio di sfruttamento da parte dei proprietari terrieri, ecc, ecc. Insomma, non ci vuole Marx per capire come stavano le cose.
RispondiEliminaE' però vero che se si aumenta il salario, i "poveracci" hanno la tentazione di figliare ancora di più.
Insomma, non se ne esce facilmente, a meno che non si dica chiaro e tondo che i poveri non devono procreare.
Questa è appunto una delle cose che impediscono di discutere serenamente del problema sovrappopolazione.
Il tabù nasce da lì. Ed è quello il motivo per cui chi batte il tasto sul problema S. in genere si colloca a "destra": le virgolette servono perché ormai destra e sinistra sono termini obsoleti, ma non ancora tali nelle coscienze della maggioranza.
<< Insomma, non se ne esce facilmente, a meno che non si dica chiaro e tondo che i poveri non devono procreare. >>
RispondiEliminaBeh, non è necessario essere così drastici.
Si tratta solo di evitare la figliazione come conigli, che è cosa ben diversa.
Un primo passo potrebbe essere il rovesciamento dell'approccio fiscale, che oggi aiuta le famiglie numerose, mentre invece dovrebbe scoraggiarle.
Quando si tocca il portafoglio, la gente diventa subito molto ricettiva.
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