Riprendo la foto seguente e la didascalia da questo articolo.
L'iscrizione dice: "Ricorda la calamità dei grandi tsunami. Non costruire nessuna casa al di sotto di questo punto."
In questa foto del 31 marzo, 2011 foto, una lastra di pietra vecchia di secoli avverte del pericolo di tsunami. Essa si trova nella frazione di Aneyoshi, della Prefettura di Iwate, nel nord del Giappone. Centinaia di tali marcatori punteggiano la costa, alcuni di essi da più di 600 anni. Nel loro insieme, formano un sistema di allarme per il Giappone, la cui linea di costa, che si estende lungo linee di faglia principali ne hanno fatto un bersaglio di ripetuti terremoti e maremoti nel corso dei secoli. (AP Photo / Vincent Yu)
Incredibile! In Italia se le sarebbero vendute.
RispondiEliminada tener anche conto che 600 anni fa il mare era probabilmente qualche decimetro sotto l'attuale livello!
RispondiEliminaNon c'è nulla da fare, l'essere umano è privo di visione di lungo periodo. Se non fosse obbligatoria l'assicurazione per l'auto, non la farebbe nessuno. Figuriamoci se hanno paura a costruire la casa dove può essere spazzata via da uno tsunami...almeno quando ormai non c'è più nessuno che si ricorda quello precedente, si riprende a costruire e se ricapita pazienza, sarà colpa del fatto che si pècca troppo un questa società, come dice il vicepresidente del CNR (Il Medioevo prossimo venturo E' GIA' QUI!).
RispondiEliminaCiao, Edo
Credo che sia un problema amplificato nella era moderna con particolare accellerazione con l'Illuminismo e la Rivoluzione Industriale.
RispondiEliminaSiamo un "errore" un' organismo sfuggito al controllo di chi o di cosa.
RispondiEliminaNon avremmo altrimenti avuto bisogno delle divinità che ogni x secoli si concretizzino dandoci indicazioni su come modificare una traiettoria distruttiva.
Si cm.melanix, questa visione biologica di lungo respiro ha le sue buone basi. Ma non esagererei neppure sull'eccezionalità umana, in fondo ci sono molti altri organismi che in assenza di sistemi di controllo distruggono completamente l'ambiente in cui vivono fino alla propria estinzione. Diciamo che l'evoluzione è un processo trial & error. Fra i possibili strumenti di correzione l'uomo ha quello culturale, di cui la religione, come tu dici, fa parte. La speranza è che in un modo o nell'altro si trovi la via per evitare un rientro amarissimo.
RispondiEliminaè vero, ma la differenza è che l'organismo umano, a diversamente da altri, che circoscrivono le proprie azioni ad ambienti di scala relativamente ridotta, è l' unico capace di alterare e distruggere "artificialmente" un' intero sistema planetario.
RispondiEliminaI processi poi che portano a queste gravi alterazioni non sono come dire "previsti" da un ciclico, a volte distruttivo, avvicendarsi di forme.
Il pianeta non è in grado di riconoscerci.
Veramente bello questo "memento" degli antenati. Dunque si sa da secoli della forza distruttiva di uno tsunami. Perché allora ci si è dimenticati di avvertimenti così importanti? Penso che la risposta sia nell'inarrestabile espansione della specie umana: da qualche parte bisogna pur abitare, e si costruisce ormai ovunque.
RispondiEliminaNel 79 d.C. l'improvvisa eruzione piroclastica del Vesuvio - i Romani ignoravano che quel monte fosse un vulcano - fece a Pompei 2'000 vittime. Duemila! Cosa sono al confronto delle vittime di terremoti e tsunami del decennio in corso? La zona circumvesuviana è oggi talmente popolata che un evento come quello del 79 d.C. farebbe centinaia di migliaia di vittime, forse anche un milione (impossibili le vie di fuga). Che fare? Facimme e ccorna, dicono a Napoli. E che Dio ce la mandi buona. D'altra parte dove cazzo deve vivere tutta quella gente?
Infatti Sergio l'urbanizzazione del Vesuvio fa parte dello stesso fenomeno come quello dell'urbanizzazione/distruzione dei mangrovieti che ha accentuato l'effetto dello tsunami di Sumatra.
RispondiElimina