giovedì 14 febbraio 2013

Mo' bbasta.

Oggi alla pagina 27 di Repubblica (rubrica: Attualità. sic!) c'è un articolo di Pietro Del Re intitolato: Giungle, abissi e animali rari, il mondo che resta da scoprire. Mi sono detto subito: ma lasciatelo coperto! Con la scusa di studiare la biodiversità andiamo a piantar chiodi, a far buchi, a raccogliere, uccidendoli, esemplari di nuove specie, a pesticciare, strappare, metter sottosopra i cosiddetti "paradisi inviolati". Una nevrosi incurabile. Lasciamo qualcosa di incompiuto, lasciamo qualcosa nel mistero. Altrimenti, come ormai succede a me da anni, l'unico momento di rapimento sarà per tutti guardare il cielo stellato, sempre che non sia invisibile per l'inquinamento atmosferico e luminoso.

Il fascino che suscitano film come Avatar, al di la della trama abbastanza trita, è dovuto agli effetti speciali come sostituti di qualcosa che abbiamo perso per sempre. La natura selvaggia che ci portiamo dentro e che fra poco avremo distrutto interamente.



Come diceva un mio amico romano in un diverso contesto, era di fronte a qualcuno che gli ricordava i vantaggi della crescita economica che ci ha sollevato dalla indigenza: "si d'accordo, ma mo' bbasta!".


4 commenti:

  1. Non c'è documentario sulla natura che non termini con la solita lamentela: il tale ambiente e la tale specie sono seriamente minacciati. Ma da che cosa? Questo non lo si dice: che è l'uomo che invade e distrugge con la sua voracità e noncuranza ogni angolo del pianeta. Eppure l'uomo ha ancora nostalgia di spazi incontaminati in cui la sua presenza non sia così invasiva e distruttiva. Basta vedere il generale entusiasmo per la riapparizione di qualche animale selvatico ormai estinto in certe zone: un lupo, la lince, addirittura un orso. Tutti li vogliono vedere, le immagini fanno addirittura il giro del mondo. Ma cosa sarà mai 1 lupo, 1 orso - che del resto devono poi esseri abbattuti perché la loro presenza dà fastidio a qualcuno (sbranano pecore, possono essere pericolosi anche per l'uomo, ormai presente ovunque, anche a duemila metri d'altezza)? Stranamente questa associazione - presenza massiccia di esseri umani uguale diradamento o persino annientamento di altre specie e distruzione di ambienti naturali - i Verdi si rifiutano di farla. E se glielo fai notare ti danno del razzista ... I Verdi svizzeri propongono un migliore sfruttamento delle aree edificabili per far fronte all'incremento demografico nel nostro paese, apparentemente ineluttabile. Dunque più grattacieli. Anche meno mobilità (meno pendolarismo tra luoghi di residenza e di lavoro). Ma sono palliativi, tutta questa gente ha lo stesso bisogno di muoversi e il traffico automobilistico non fa che aumentare (anzi se non aumenta tutti piangono - costruttori, operai, politici, partiti).

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  2. In effetti, crescita DEMOGRAFICA (umana) & crescita ECONOMICO-CONSUMISTA costituiscono due facce della medesima medaglia... Il lato più TRAGICOMICO dell'intera questione è dato dal fatto che proprio chi maggiormente (dalle gerarchie cattoliche a quelle islamiche, dalla Destra sociale alla Sinistra pauperista, dalle femministe 'della differenza' alla maggior parte del mondo verde) si straccia le vesti e alza il dito accusatore contro la moderna Società dei consumi (definita di volta in volta 'edonista', 'individualista', 'libertina', 'materialista', ecc.) contemporaneamente continua a propugnare a spada tratta una crescita demografica umana in(de)finita o cmq. si oppone ferocemente ad ogni ipotesi di birth control & family planning su scala locale & globale, con tanti saluti (tra l'altro) al rispetto della Natura opportunamente invocato nel post iniziale!

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  3. Sono d'accordo con C.P.
    La contraddizione intrinseca di chi vuole contemporaneamente la crescita della popolazione, la crescita dei beni prodotti ed il rispetto dei valori ideali (ovviamente "non negoziabili") è sconvolgente.
    Mi viene da pensare che le grandi religioni non si preoccupano della crescita demografica perchè, dato il loro istinto guerrafondaio, gli basta lanciare un paio di guerre di religione (con relativi morti) per ripristinare l'equilibrio.

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  4. ...se qualcuno è della zona, andate a vedere che cosa stà diventando adesso quello che era "l'incanto di bocca d'Arno" cioè la foce dell'Arno a Marina di Pisa. Per poter meglio apprezzare quello che stà diventando però vi dovete mettere sul punto più a nord della barriera di scogli (barriera artificiale) che delimitava delle piscinette di acqua di mare, prima, e ora l'ingresso del nuovo porto turistico in costruzione. Se non avete mai apprezzato quel punto prima dell'inzio dei lavori la meraviglia a mio avviso è persa per sempre. Nelle giornate terse e fredde d'inverno si vedevano le montagne con la cima innevata delle Apuane che faceva da cornice alta alla curvatura della costa che si spingeva dino alla punta di Portovenere, costa fatta di una spiaggia chiara e dal verde della pineta di S. Rossore. In primo piano le palafitte con le reti,i "Retoni". La sensazione che trasmetteva, almeno a me, era di riconciliazione con il mondo. Non credo che anche il più moderno e bel porto turistico riuscirtà mai a trasmettere le stesse sensazioni. sb

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