mercoledì 15 maggio 2013

Il soffitto di vetro.

Continuando a seguire i seminari del simposio "Perspectives on Limits to Growth" sono arrivato a quello di Lester Brown. In questo si ha uno spaccato sintetico e completo dei problemi dell'agricoltura: 1) la crisi delle rese 2) la crisi della disponibilità di acqua dolce e 3) i problemi legati al cambiamento climatico. Sia per le rese per unità di superficie, sia per l'acqua, Lester Brown utilizza un'immagine efficace, stiamo toccando un soffitto di vetro (glass ceiling) che NON PUO ESSERE VISTO CHE QUANDO SI RAGGIUNGE. E' un'altro modo di vedere quello che dice Meadows sui limiti in generale e cioè che possono essere dimostrati solo a posteriori, prima vengono considerati dal main stream economico, politico e culturale come ipotesi non dimostrate. Il problema è capire quando si considererà l'evidenza sufficientemente evidente per cambiare politica. Il problema delle rese agricole è essenzialmente un problema tecnologico. Semplicemente, grazie alla disponibilità dei combustibili fossili, abbiamo messo in atto tutto le migliorie possibili per produrre cibo per la crescente popolazione (nemmeno tutta e nemmeno in modo equo) consumando quella particolare risorsa lentamente rinnovabile che è il suolo fertile.

Brown oppone il suo Piano B al Business As Usual. Tale piano B dovrebbe stanziare una spesa di 200 miliardi di dollari per anno per i prossimi anni, al fine di tagliare rapidamente le emissioni di carbonio, contenere la popolazione entro gli 8 miliardi attraverso l'eradicazione della povertà, l'universalizzazione del diritto alla pianificazione familiare (più di 200 milioni di donne vorrebbero farne uso, ma non possono per motivi economici, religiosi o di altra natura) e ripristinare la funzionalità degli ecosistemi terrestri: suolo, foreste, acquiferi, fauna, pascoli ecc.

La realizzazione del Piano B presuppone una vasta coscienza di quanto sta accadendo e questo contraddice sia quanto dice Meadows sia quanto sembra pensare Brown con il suo glass ceiling. Quanti avranno bisogno di spaccarsi la testa sul soffitto per convincersi che abbiamo bisogno di un piano di uscita dall'economia bulimica?

14 commenti:

  1. Ottimo articolo, la chiarezza del concetto di "soffitto di vetro" dovrebbe essere divulgata. Sull'insostenibilità dell'attuale modello economico di crescita/depauperamento ho messo delle slides qui
    http://www.slideshare.net/giancarlofiorito/energy-crisis-and-the-economy

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  2. Caro Luca,
    le lucidissime ed amare considerazioni di questo post mi convincono sempre di più che è giunto il momento, per noi della decrescita, di realizzare un soggetto politico di riferimento.

    Il Movimento 5 Stelle ha tutta la mia simpatia, e potrà essere un ottimo compagno di strada (nonché alleato per tante battaglie), ma mi pare troppo magmatico per essere un soggetto di riferimento sui temi specifici della DECRESCITA, che rappresentano oggi, per noi, IL PROBLEMA NUMERO UNO.
    Il suo elettorato, e per conseguenza i suoi eletti, mi paiono posizionati su uno spettro ancora troppo ampio.

    Certo, c’è il punto debole dei soldi che, ovviamente, non ci sono.
    Ma proprio l’esperienza degli Stellini ci ha dimostrato che si può creare un soggetto politico anche senza soldi, utilizzando in maniera intelligente il web ed i suoi strumenti.

    Un’altra obbiezione, certamente più fondata, è che il problema ha carattere planetario, mentre qui si parla di una piccola cosa italiana, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

    Io l’ho buttata lì.
    Sono graditi commenti, critiche, suggerimenti, varie & eventuali.

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  3. i templari accettavano la battaglia solo quando non erano meno di 1 contro 4, i veri fedeli cristiani sono 1 su 100 e continuano a credere, senza essere totalmente sopraffatti. I 5stelle hanno vinto con promesse di salari minimi garantiti, meno soldi ai politici, ecc. quindi sul piano economico, promettendo più ricchezza agli elettori. Purtroppo un movimento che promette la decrescita, penso, non sarebbe granchè ben accetto dalle masse, abbruttite da 60 anni di promesse consumistiche. Vedo inrorno a me tante persone arrabbiate per la riduzione di disponibilità finanziarie. Bisognerebbe trovare un concetto di ricchezza e di sistema economico svincolato dai soldi, perchè quello legato al quattrino sta fallendo disastrosamente per mancanza di risorse, ma in questo caso forse saremo poche migliaia di cercatori dell'arca perduta contro 7 miliardi di cavallette. Lo spettro della fame e della perdita della casa si sta aggirando nelle masse del 1° mondo e come diceva il Bardi, la paura impedisce di trovare una soluzione logica ai problemi. Purtroppo la soluzione scelta nel 1° mondo per ridurre i consumi è quella della recessione, ma ciò, come dice Turiel, non porta nessun vantaggio a livello globale, perchè i fossili che non vengono utilizzati qui per costruire 1 lavatrice, vengono dirottati nel 3° mondo dove a parità di fossili consumati di lavatrici ne vengono costruite 3, non dovendo dare agli operai se non altro che un pezzo di pane o una ciotola di riso, oltre che un tetto nella mansarda della fabbrica. Vediamo il modello consumistico del BAU arrotolarsi su se stesso, come un serpente in pericolo, pronto a scattare come una molla nel morso velenoso. Se l'umanità soprovviverà a questo morso lo vedranno i posteri. Ancora il picco delle risorse non è superato, ma lo sarà a breve, poi ci sarà un declino che sarà gestito in modo da essere più dolce possibile. I conti verranno fatti tra 50 o 60 anni, mentre l'Italia tornerà nel 3° mondo, insieme a tutto l'occidente entro molti meno anni. La teoria di Olduvai indica il 2020, ma sarà giù di lì.

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  4. La definizione di magmatico per questo movimento mi sembra quanto mai calzante, temo che con loro di strada se ne farà poca, almeno nella giusta direzione.
    Due delle necessità indicate nel piano b sono da libro dei sogni (tagliare rapidamente le emissioni e il ripristino degli ecosistemi), una è impostata proprio male (dovere della pianificazione familiare, non diritto. Poiché l'uno ricomprende di fatto l'altro, mentre non vale il viceversa...) e 8 mld sono veramente troppi perché si parli di contenimento.
    Ancora in contrasto a Brown, la miseria è un dato ineliminabile dalla società umana. E anche su questo Malthus aveva ragione.

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    1. Brown, e probabilmente molti altri, non può dire tutto. Lo fa capire, ma poi deve dare una via di uscita. Il libro dei sogni è sempre una proposta che è teoricamente realizzabile. Poi ognuno fa le sue considerazioni. Nel seminario dice anche che la fame sarà una costante nei prossimi decenni, sono queste le affermazioni che, buttate li, fanno capire a chi ascolta con attenzione che quello che poi propone è, appunto, un libro dei sogni. Ma che dovrebbe fare?

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    2. Anche tu Luca non puoi dire tutto ma sappiamo che in questo caso all'analisi non può seguire un progetto e, tantomeno, l'applicazione. Le teste tutte sul vetro.

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    3. Ti ringrazio Luca per l'attenzione che mi hai riconosciuto nell'ascoltarlo.
      Se la via di uscita deve essere questa, nel mondo dei sogni o del teoricamente realizzabile, allora non c è nessuna via di uscita e il business as usual passa sopra il suo bel piano b come niente fosse. Se uno studioso di quel calibro non è in grado di proporre di meglio, allora siamo messi proprio male. Io con Brown mi sentirei di essere più severo che con un vattelapesca.
      "Brown, e probabilmente molti altri, non può dire tutto." Questa affermazione, e la domanda finale, sono il cuore del problema. Cosa dovrebbe fare, dovrebbe stare nel novero dei pochi altri che si sentono di poter dire tutto. Dovrebbe fare come fece Eric Pianka qualche anno fà, guardare la realtà negl'occhi e poi scrivere qualche pagina del libro del concretamente realizzabile. Se poi le possibilità concrete non sono molto gradevoli da sentire, non sarà certo colpa di chi osa esternarle.

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  5. Mi convinco sempre di più che il modello di Mario Pianesi, fondatore di Un Punto Macrobiotico (120 centri in Italia), sia un punto di riferimento. Un modello di alimentazione, salute, stile di vita, abbigliamento, agricoltura, cultura, davvero sostenibile. Un poco spartano, certo. Sicuramente migliorabile.

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  6. Su LA STAMPA di oggi, Francesco Mancorda scrive:
    << Il lavoro che scompare, la casa che è a rischio, un futuro che spaventa. In meno di una settimana abbiamo dovuto mettere in fila, nelle cronache di un’Italia impaurita, vicende terribili: il muratore disoccupato che in Sicilia perde la casa per un debito di 10 mila euro con la banca e si dà fuoco, ustionando anche la moglie e due poliziotti, il giovane licenziato che nel Milanese uccide a sangue freddo il datore di lavoro e il figlio, l’artigiano di Savona che proprio ieri brucia in un rogo la sua vita. Storie diverse che non si possono accomunare con superficialità. E storie le cui cause stanno talvolta anche in situazioni psicologiche fragili, ma che hanno comunque un tratto comune: sono segnali di resa individuale che amplificano, seppure con un effetto di forte distorsione, la paura e il disorientamento di un’intera società. >>

    La mia domanda, semplice ma non irrilevante, è questa: ma se la gente "SAPESSE" ?
    Se fosse noto a tutti che questa crisi non finirà mai perchè è strutturale; che non possiamo lamentarci di come stiamo oggi perchè domani staremo peggio; che se vogliamo fare qualcosa di utile per il futuro dobbiamo cambiare immediatamente paradigma economico ?
    Se la gente sapesse questo PERCHE' TUTTI I MEDIA LO RICONOSCONO, ecco: le persone starebbero psicologicamente meglio o peggio di oggi ?
    Continuerebbero ad ammazzare e ad ammazzarsi come oggi in Italia, oppure no ?

    Io non ho una risposta sicura, ma ho la sensazione che forse "sapere" sarebbe meglio.

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    1. "Se fosse noto a tutti che questa crisi non finirà mai perchè è strutturale; che ..."

      Immaginiamoci un Letta o un Hollande che fanno queste dichiarazioni: piuttosto surreale. E se le facessero sarebbero bersagliati di uova marce e invitati alle dimissioni ...

      Però quando dici "se vogliamo fare qualcosa di utile per il futuro dobbiamo cambiare immediatamente paradigma economico" cosa intendi?

      Il paradigma attuale è la libera concorrenza che ha qualche aspetto positivo. Anzi lo spirito di concorrenza secondo Bruxelles va rafforzato. Però non so se tutti gli attori possono battere la concorrenza: qualcuno deve lasciarci le penne.
      Certo, farà altro, si dovrà trovare un'altra nicchia (ma anche lì c'è la concorrenza ecc.).
      Certo un mondo senza concorrenza è difficilmente immaginabile. Eppure la cooperazione dovrebbe far premio sulla concorrenza. E siamo già in area socialista ... Del resto se il traffico aumenta devono aumentare anche le regole del traffico; se la popolazione aumenta in questo modo mostruoso bisogna pure incrementare i dispositivi per gestirla ...

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    2. Caro Sergio, per cambio di paradigma indendo una società basta sull'impronta ecologica e sull'equilibrio economico che ne deriva. Quindi una economia basata sui prodotti e le energie rinnovabili, con base inevitabilmente locale.
      Questo sarà COMUNQUE il nostro punto di arrivo, che ci piaccia o che non ci piaccia, perchè i principi dell'entropia ce lo imporranno.

      Ovviamente, sono consapevole anche io che i politici e i media non diranno mai certe cose e che il "sapere diffuso " è una semplice utopia.
      Ma la mia domanda era un'altra: per la convivenza civile è meglio "sapere" o "non sapere" ?

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  7. Sottoscrivo in pieno Lumen, entrambi i commenti, e di mio aggungerei: una economia relativa ad una popolazione molto sostanziosamente ridimensionata rispetto all' attuale, che dell'impronta se ne infischia sommamente.
    Imho: se "sapessero" (che per tanti equivarrebbe solo a: se ammettessero l'evidenza) starebbero molto peggio. Però oggettivamente sarebbe molto meglio, tanto la realtà, prima o poi, ti presenta il conto (i principi dell'entropia, per l'appunto).

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  8. al primo colpo di cannone o più attuale, al primo lancio di missile di una guerra a 8000 km, ,la 1° contro Saddam, sparirono i generi alimentari dai supermercati. Se Hollande, invece di imbrogliare le carte colle coppie gay, dicesse la verità sulle risorse, penso la gente si sbranerebbe alla coop per una fettina di carne o una scatola di pelati. Continueremo ad essere noi 4 o 5 a sapere la verità, un pò come la massoneria o i bildenberg sanno la loro. Piccola soddisfazione, ma inutile. Megio continuare a rincretinire la gente come ormai da 60 anni, rende bene e si risparmia su cerotti e manette.

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  9. si dice "stiamo toccando un soffitto di vetro (glass ceiling) che NON PUO ESSERE VISTO CHE QUANDO SI RAGGIUNGE"....è vero, ma non siamo mosche che continuano a sbattere contro il vetro! Dovremmo essere in grado di utilizzare il nostro maggiore volume celebrale.

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