venerdì 30 agosto 2013

La narrativa al tempo del collasso.

Carissimi lettori e commentatori. Ho passato l'agosto senza curarmi del blog, ma ho visto che vi siete accapigliati non poco sul tema dell'ultimo post. Non ho nemmeno avuto il tempo di leggere tutto, perché oltre a non curarmi del blog non mi sono curato nemmeno delle varie mail list e avevo centinaia di messaggi arretrati, di cui molti interessanti, da leggere.

Visto che l'argomento "letterario" ha avuto successo, e visto che in vacanza non ce la faccio proprio a leggere saggistica e lavori scientifici vi parlerò di altri libri di narrativa letti in questo mese.

Dopo Inferno di Dan Brown ho letto altri due libri: Black out di Mark Elsberg (definito il nuovo Schaetzing) e Muro di Fuoco di Henning Mankell. Vi risparmio le mie critiche stilistiche e letterarie e anche la descrizione della trama che trovate nei link e che forse preferite non conoscere. La cosa che accomuna i tre romanzi è il fatto che immaginano storie di nuove forme di terrorismo: quello biotecnologico, quello energetico e quello informatico. In un modo o nell'altro c'è una Spectre no-global ecologista, altermondialista che attacca il mondo globalizzato per provocarne il collasso. In particolare ovviamente quello occidentale. Ma quello che a me sembra significativo è che nelle pagine di questi romanzi le idee dei terroristi non sono considerate sbagliate in se, è sbagliato il metodo. In pratica sono "compagni che sbagliano".

La crescente coscienza collettiva dell'avvicinarsi del collasso sistemico si vede anche da queste manifestazioni culturali che però di fatto toccano un'elite. Il resto del mondo è sempre quello che si vede in questa vignetta.

La fine della civiltà come la conosciamo.