domenica 23 giugno 2013

La demografia è lo specchio della società.

L'autorevole (sono sempre così) opinionista Gianni Riotta oggi fa uso di questa bella frase per mettere a confronto i giovani Brasile e Turchia, pieni di fermenti e lanciati verso il futuro, con la vecchia Italia che difende i privilegi economici acquisiti negli anni 60-70. Può darsi benissimo che difendere quei privilegi sia addirittura un'assurdità impossibile, ma prima che i vecchi e pacifici italiani che danno vità alle manifestazioni sindacali che rattristano Riotta (e che in effetti sono un po' malinconiche) capiscano quanto tale difesa sia impossibile, Riotta, e quelli come lui che con saccenteria degna di miglior scienza ci suggeriscono i modi più intelligenti di intepretare il mondo, devono capire che una società per mantenersi giovane (gggiovane) deve essere in crescita demografica e una società non può essere in crescita demografica per sempre. Arriva il momento in cui invecchia anche se questo rattrista Riotta e i cantori dello Startuppismo. Non ci si può fare proprio nulla altro che organizzare una risposta che non può essere quella di rimettersi di nuovo a riprodursi come bestie per ringiovanire la società. L'invecchiamento della società è un transiente storico inevitabile e perfino positivo. Poi, quando avranno capito che la crescita demografica non è una virtù, ci potremo dedicare a spiegargli che nemmeno la crescita economica infinita è possibile. Ma questi sono veramente idioti o fanno da idioti?

venerdì 14 giugno 2013

Trashed.

L'altro ieri sera mi telefona un collega, chimico, e mi dice che sta tornando dalla Prima fiorentina di Trashed, il film documentario diretto da Candida Brady sui rifiuti e l'ambiente. Francesco, persona di cui ho grande stima, è particolarmente ... colpito e mi dice semplicemente: devi vederlo. Questo non è un fatto secondario. Oggi come oggi trovare scienziati e tecnici che si preoccupano di inquinamento, ambiente, e di tutti i problemi legati alla crescita economica non è così semplice. Ancora meno semplice è trovare scienziati che ci mettono un po' di passione ed intelligenza emotiva. Trovi molti tecnici ambientali, generalmente più realisti del Re. Trovi Esperti, Espertoni ed Espertissimi che si occupano di problemi "puntuali", cioè circoscritti, e regolarmente, oltre a pensare di studiare la cosa più importante del mondo, hanno la soluzione Tecnica in tasca. Purtroppo quella soluzione tecnica si rivelerà un nuovo problema. Ma intanto l'implementazione di quella soluzione tecnica ha ulteriormente devastato il territorio con nuove infrastrutture e nuove emissioni (Nota: l'inglesismo "implementazione", che fra tutti gli inglesismi è uno di quelli che maggiormente mi irrita, viene dall'ambiente ingegneristico che, naturalmente, eccelle per la produzione di soluzioni tecniche innovative, che aumentano la produttività e la competitività del paese, rilanciando la crescita. Amen).


Capita che ieri sera l'associazione Valdisieve e l'associazione Verso Rifiuti Zero organizzavano la proiezione di Trashed e quindi ci sono andato. Andatelo a vedere anche se penso che per i lettori di questo blog non avrà contenuti di cui sono ignari. Impressionante comunque.

Il problema dei rifiuti si risolve in un solo modo, riducendoli a zero.
-E' impossibile- dice il tecnico sapiente.
- Possibilissimo purché si voglia - dico io (e tutti quelli che si occupano del problema senza fare da agenti promotori dei gestori del ciclo dei rifiuti)
Il primo passaggio è interiorizzare e socializzare il concetto che i rifiuti non riciclabili naturalmente sono un problema e NON UNA RISORSA. Tipicamente le plastiche, di cui molto si parla nel film, e la cui accumulazione in forme diverse nei mari rappresenta una catastrofe già pienamente in atto.

- Ci sarà sempre una parte che dovrà essere incenerita - Dice il tecnico competente.
- A parte il "sempre" (che non fa parte di questo mondo) posso convenire che negli anni a venire sarà necessario bruciare qualcosa- dico io - Ma questo servizio non deve essere fonte di profitto, deve essere gestito in perdita a carico della collettività in proporzione alla produzione di rifiuti di ciascuno.

Questa dovrebbe essere la risposta immediata (non la soluzione) politica al problema dei rifiuti.