Petrolio a 100$. Il conto alla rovescia- un appuntamento con la storia?
di Euan Mearns
In due occasioni storiche precedenti, il prezzo medio del petrolio annuale ha toccato 100 dollari al barile e questo fatto è stato seguito da una recessione. Al momento in cui scrivo (7 luglio) la media annua del Brent è di 95,4 dollari, sulla buona strada per superare i 100 dollari nel mese di settembre. Sarà la storia che si ripete? O è l'economia mondiale è diventata immune agli alti prezzi dell'energia?
Un modello semplice che è diventato popolare tra i commentatori ribassisti sul picco del petrolio è che l'alto prezzo del petrolio, causato dalla crescente scarsità di petrolio a buon mercato, può portare alla recessione. Mentre i consumatori spendono di più per benzina e altri servizi energetici quali l'energia elettrica e il gas naturale, la ricchezza che rimane da spendere in iPad, vino e vacanze diventa sempre meno, causando recessione in tutti i settori non energetici dell'economia. I prezzi elevati dell'energia portano anche ad un'inflazione che in un mondo monetarista dovrebbe essere schiacciata da tassi di interesse più elevati, anche se i banchieri centrali sembrano fin troppo consapevoli del fatto che ora tassi di interesse più elevati e alti prezzi dell'energia ammazzerebbero la crescita economica in molti paesi OCSE e, così facendo, porterebbero molte importanti economie, ultra-indebitate, verso l'insolvenza.
Variazione storica del prezzo del barile del Brent.
Ho postato versioni aggiornate di questa figura numerose volte negli ultimi mesi. La linea di tendenza ottenuta estrapolando la media annuale del Brent indica il superamento dei 100 $ a settembre. Il massimo del 2008, pari a 143$ fu raggiunto il 3 luglio. Le olimpiadi cinesi iniziarono l'8; il 15 settembre Lehman Brothers presentava istanza di fallimento. Il massimo del 2011 (fino ad ora) è più basso [di quello del 2008] 126$ raggiunto il 28 aprile. La sequenza del 2008/2009 fu Picco del prezzo del petrolio, crisi finanziaria e vera e propria recessione nel 2009. Quella sequenza di eventi è iniziata con la relativamente piccola e sconosciuta banca britannica Northern Rock che andava in difficoltà nei mesi di agosto e settembre 2007.
I paesi OCSE più indebitati come il Regno Unito (Stati Uniti, Spagna e Italia) hanno bisogno di una forte crescita economica per produrre il surplus fiscale necassario per pagare gli interessi sui debiti esistenti e di ripagare il debito principale. Dopo il collasso del 2008 / 09 il ritorno di una forte crescita che desiderabile e necessaria non si è materializzata secondo i piani in molti paesi e ci sono solo indizi che il mainstream stia iniziando a capire il problema di fondo: vale a dire gli alti prezzi dell'energia. Ma è qui che ci si imabatte nel Comma 22. Una forte crescita economica, in un mondo con vincoli energetici, porta inevitabilmente all'aumento dei prezzi dell'energia, smorzando la crescita prima che essa abbia fatto diffondere la prosperità. Comprendere le radici del problema è il primo passo. Capire come affrontarlo, se può essere affrontato, è una questione diversa. La recente mossa dell'IEA di razziare le riserve strategiche di petrolio dell'OCSE per 18 ore di consumo mondiale di petrolio è stato un approccio totalmente inopportuno, e anche inutile visto che il tentativo di domare i prezzi del petrolio è fallito.
Non ci sono soluzioni semplici a questo problema. Ma un buon primo passo è quello di diventare molto più intelligenti nel modo in cui usiamo le nostre riserve di petrolio rimanente e le risorse energetiche in generale, per garantire i servizi energetici che le nostre economie richiedono con l'utilizzo di quantità molto più piccole di energia.
Sono diventato diffidente nel fare previsioni. Ma è mia opinione che l'economia mondiale, e in particolare alcune principali economie OCSE, abbiano rallentato nel secondo trimestre del 2011. I primi rapporti per la crescita Regno Unito mostrano una stagnazione a 0,1%. L'autorevole economista e giornalista del Financial Times Gavyn Davies vede anche l'economia globale in via di indebolimento. Nel Regno Unito, questo sarà attribuito al taglio della spesa pubblica e all'aumento troppo veloce delle tasse, ma la realtà è che noi come paese continuiamo a vivere ben oltre i nostri mezzi e non possono permetterci di importare quantità sempre maggiori di energia costosa per alimentare le attività del tempo libero della nostra popolazione di pensionati in rapida crescita.
La stagnazione della crescita in Gran Bretagna sarà in gran parte causata da un prezzo del petrolio insostenibile– che sta già trascinando l'economia mondiale sull'orlo del baratro. L'interessante storia del legame fra alti prezzi del petrolio e recessione si sta svolgendo sotto i nostri occhi e tornerò su questo tema in modo regolare nei prossimi mesi perché nessuno possa dire: "nessuno ha visto ciò che stava arrivando".
La stagnazione della crescita in Gran Bretagna sarà in gran parte causata da un prezzo del petrolio insostenibile– che sta già trascinando l'economia mondiale sull'orlo del baratro. L'interessante storia del legame fra alti prezzi del petrolio e recessione si sta svolgendo sotto i nostri occhi e tornerò su questo tema in modo regolare nei prossimi mesi perché nessuno possa dire: "nessuno ha visto ciò che stava arrivando".
Caro Luca, temo che davvero questa sarà la volta buona (o cattiva...).
RispondiEliminaIl petrolio salirà sopra i 100 dollari, PER NON TORNARE SOTTO MAI PIU', anche in presenza di una stagnazione economica.
E questo sarà il simbolo numerico di un picco ormai passato e di un crepuscolo in arrivo.
Che la fortuna ci assista.
Interesting post, I enjoyed read this.
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