Il testo, piuttosto tecnico, ma non pesantissimo per chi ha un minimo di cultura scientifica e sa leggere dei grafici, spiega nel capitolo introduttivo le basi per una comprensione sistemica dello sfruttamento minerario, con particolare attenzione, ovviamente, alla questione dei metalli.
La questione dei metalli non si risolve nel dire che essi sono risorse non rinnovabili per eccellenza e quindi estratte da una riserva fissa, o che si ricostituisce in tempi di centinaia di milioni di anni, il problema è il consumo crescente, la natura dispersiva di molti usi (come ad esempio l'uso dei composti di rame in agricoltura e del cromo e dello zinco come mezzi anticorrosione), i limiti del riciclo che per quanto efficace non può mai essere del 100% e l'espansione dello sfruttamento di metalli rari e rarissimi con le nuove tecnologie. L'insieme di questi fattori pone un limite alla possibilità di espansione delle applicazioni tecnologiche e industriali dei metalli.
Come per tutte le risorse minerarie con i metalli si è passati, nel corso della storia, dallo sfruttamento dei giacimenti a più alta concentrazione a quello di giacimenti con contenuto minore. Così
si stima, ad esempio, che, per quanto riguarda il rame (metallo essenziale in molte applicazioni elettroniche ed elettrotecniche) si sia passati dallo sfruttamento di giacimenti al 1,8% in rame (55 tonnellate di minerale per 1 tonnellata di metallo) all'attuale 0,8% (125 tonnellate di minerale per una tonnellata di metallo).
E' importante capire che lo sfruttamento di giacimenti a basso tenore comporta anche un consumo energetico più elevato, perché ovviamente, riprendendo l'esempio precedente del rame, ci vuole molta più energia per trattare 125 tonnellate di roccia che per trattarne 55.
E' dunque chiaro che c'è un forte legame fra la questione energetica e quella dei metalli. Il consumo di energia aumenta infatti in modo inversamente proporzionale alla concentrazione. A causa di questa legge si viene ad istitutire un circolo vizioso, il ciclo infernale del titolo di questo post, secondo cui:
Le materie prime sempre meno concentrate, richiedono sempre più energia e
l'energia sempre meno disponibile richiede sempre più materie prime per la sua produzione.
Questa immagine mette a confronto il pozzo petrolifero a Spindletop nel 1901 all'inizio della storia estrattiva del petrolio USA e una piattaforma del tipo Deepwater Horizon. Il secolo di sviluppo tecnologico è chiaramente apprezzabile. Non conosco il costo dell'impalcatura di legno che costituiva lo Spindletop, quello che so è che oggi una piattaforma come la Deepwater Horizon viene affittata al costo di 450.000 dollari al giorno. La tecnologia ha evidentemente un costo economico oltre che, come abbiamo visto, ecologico. Inoltre è ovvio che l'evoluzione della tecnologia estrattiva implica una moltiplicazione del consumo di materie prime. Ed è questa la riflessione a cui ci spinge il libro di Bihouix e de Guillebon.
Per interrompere il circolo infernale c'è una sola risposta non traumatica: l'inizio di un processo di rientro governato dei consumi e della domanda di materie prime ed energia (cioè anche della popolazione).
L'insistenza delle classi dirigenti per il rilancio della crescita è la via maestra verso il collasso.
L'insistenza delle classi dirigenti per il rilancio della crescita è la via maestra verso il collasso.
Luca, ma com'è che anche te ti sei riprodotto?!
RispondiEliminaDomanda pertinente.
RispondiEliminaFuori tema, ma potrebbe interessare.
RispondiElimina«Sette miliardi di esseri umani, sette miliardi di opportunità»
Malthus prese un granchio, anche Paul Ehrlich. Un articolo ne La Stampa di oggi.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/410074/
Come ordine di grandezza, quanto acciaio ci vuole per una piattaforma petrolifera da media profondità?
RispondiEliminaGrazie e Saluti.
S. Vito
Per Grazia P: non auspichiamo l'estinzione dell'umanità, ma solo un consistente abbassamento del tasso di natalità medio del pianeta. La riproduzione di Luca è compensata dalla non-riproduzione mia.
RispondiEliminaIo ho in grande antipatia la politica cinese del "figlio unico" non solo perché coercitiva, ma perché vuole che tutti si comportino allo stesso modo. Io auspico che sempre più coppie scelgano di non procreare (magari ricorrendo all'adozione), ma se qualcuna desidera una famiglia numerosa non è una tragedia.
Per Sergio: grazie della segnalazione. Quell'articolo è interessante, ma soprattutto in negativo. Nel titolo stravolge il significato dello slogan dell'Unfpa trasformandolo in un messaggio natalista.
Perché una persona possa diventare "un'opportunità" deve avere un livello di vita decente, altrimenti il suo ingegno lo dovrà impegnare tutto per sbarcare il lunario o, nei casi peggiori, per sopravvivere. E se le persone sono molti miliardi buona parte di loro non se la passerà molto bene.
@ Mildareveno
RispondiEliminaI metodi coercitivi cinesi non sono né applicabili né auspicabili da noi, ma bisogna pur riconoscere che erano dettati da uno stato d'emergenza, il rischio appunto di un incremento demografico non gestibile. Io non condannerei la Cina, anche se non posso approvare certi metodi. Penso però che la politica del figlio unico abbia avuto un discreto successo non per i metodi brutali applicati occasionalmente, ma per una capillare opera di persuasione: mi sembra che i cinesi l'accettino, non solo per le sanzioni a cui se no vanno incontro.
Senza quella politica ci sarebbero oggi forse 3-400 milioni di cinesi in più. E visto che i cinesi si sono convertiti ufficiosamente al capitalismo e al consumo l'ecosistema globale ne risentirebbe.
Convegno a Mosca contro lo spopolamento del mondo
RispondiEliminaMosca: summit religioso su demografia nega sovrappopolamento del pianeta
Si è svolto nella capitale russa il 29 e il 30 giugno, il Moscow Demographic Summit – Family and the Future of Mankind. Promosso dall’Howard Center for Family, Religion and Society (organizzazione statunitense di stampo religioso fondamentalista diretta da Allan Carlson) ha visto il sostegno del patriarcato ortodosso e del governo russo. L’intento del congresso è favorire un “network internazionale di organizzazioni, studiosi e gruppi politici pro-famiglia”, contro “l’individualismo secolarista militante” e per “cercare di ripristinare la famiglia naturale quale unità fondamentale della società, ‘vivaio’ di buona cittadinanza”. Nel lancio per il summit, i promotori si dicono “allarmati” per la crisi dell’istituto familiare. In particolare, per la “distruzione della famiglia universale, i ruoli coniugali e genitoriali basati sui tradizionali valori familiari”, per “la distruzione della funzione riproduttiva della famiglia”, per il fatto che le malattie sessualmente trasmissibili “causino l’imposizione del pensiero contraccettivo”. Sono preoccupati anche per la “diffusione del divorzio”, la coabitazione senza matrimonio, le famiglie mono-parentali e per “un’ondata di deviazioni sociali” tra cui aborto, omosessualità, il “rifiuto di sposarsi e avere dei figli”, nonché prostituzione e pornografia. Ma gli organizzatori del convegno esprimono anche “profonda preoccupazione” per i “pericoli del sempre più prossimo spopolamento mondiale”. “Al contrario delle errate e faziose informazioni riguardanti il pericolo del ’sovrappopolamento’ diffuso da alcuni mass media e da istituzioni internazionali”, si legge nel comunicato, “in realtà già da diversi decenni di seguito stiamo assistendo ad un processo globale di degradazione demografica”.
Come segnala tra gli altri il New York Times, il movimento anti-aborto – che si oppone anche al controllo demografico – va diffondendosi sempre più in Russia. Questi movimenti riprendono il lessico e le strategie delle associazioni ‘pro-life’ americane (come i picchetti contro le cliniche che praticano aborti) e godono del forte sostegno della chiesa ortodossa e dell’assenso – più o meno tacito – delle istituzioni russe.
Valentino Salvatore
(notizia pubblicata nel sito dell'UAAR il 7/7/2011)
- "(come ad esempio l'uso dei composti di rame in agricoltura e del cromo e dello zinco come mezzi anticorrosione)"
RispondiEliminaQui cromo è inteso come elemento di alligazione negli acciai inossidabili?
Non capisco; se ho 1 tonnellata di rottami di acciaio inox, e la fondo, la riciclo... non ottengo 1 t di materia prima, di acciaio al cromo?
- http://www.google.com/publicdata?ds=wb-wdi&met_y=sp_pop_totl&idim=country:CHN&dl=it&hl=it&q=popolazione+cina#ctype=l&strail=false&nselm=h&met_y=sp_pop_totl&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=country&idim=country:CHN:IND&hl=it&dl=it
Guardavo il grafico dello sviluppo demografico della Cina... ma se questi sono i risultati della politica del figlio unico... non so... ma sa gom da fer?