venerdì 13 gennaio 2012

La situazione è già abbastanza tragica per litigare fra di noi.

Qualche giorno fa nella mail list dei soci di ASPO-Italia si è riaccesa una vecchia polemica che si trascina da anni e che riguarda il ruolo politico dell'associazione.
Fra tutti i botta e risposta seleziono il messaggio di Mario Ferrandi, membro di ASPO-Italia della prima ora, che faccio interamente mio. Non ho trovato titolo migliore di quello che propongo, ma credo che si adatti a molte situazioni diverse.


Secondo me quello che è successo in questi ultimi, diciamo, cinque o sei anni, da
quando seguo il dibattito aspo, è che qui si è elaborato un lutto epocale
con forse decenni di anticipo rispetto all'uomo della strada là fuori:
questo lutto è la fine di quello che si chiama società postmoderna a causa
dell'avvitarsi e del precipitare caotico dell'esaurirsi composto delle
risorse fossili e minerarie del pianeta e della capacità di carico della
stessa atmosfera a smaltire gli esiti e le pratiche che ciecamente e da un
paio di secoli le civiltà industriali attuano per elevare a ritmo
parossistico l'homo sapiens sapiens allo stato di semidio. L'impossibilità
si sistematizzare questo lutto dentro gli schemi politici, economici e
psicologici novecenteschi accomuna e paralizza tutti, perché la pretesa
alla base che sta portando il pianeta al collasso è trasversale a tutti i
moduli di pensiero prima di questa elaborazione del lutto contrapposti:
basti pensare che abbiamo fatto negli ultimi 60 anni 500 detonazioni
nucleari grottesche a opera di nazioni e sistemi politici ed economici e visioni
dell'uomo così sideralmente distanti come quelli vigenti in Usa, in Urss,
in Cina, in India, in Pakistan, etc. Tutti, secondo me, liberisti,
comunisti, cristiani, induisti, musulmani e sottoinsiemi non
sintetizzabili neppure, abbiamo mangiato il frutto proibito della volontà
di potenza. Chi non l'ha fatto sono solo i popoli e le nazioni primitive,
i pastori erranti dell'asia, i nativi delle americhe, gli animisti
africani, i gitani. Adesso chi lo spiega alle nostre donne e ai nostri
figli che se vogliamo sopravvivere al nostro delirio di onnipotenza
dobbiamo reimparare da loro l'essenzialità e la modestia dell'esistenza?
La mia compagna ieri mi ha detto alla mia ennesima tirata contro lo
shopping, senti finiscila, se succede l'apocalisse uccidimi. Ecco qual'è
la situazione secondo me oggi. Ne inferisce, sempre secondo me, che
dovremmo essere molto più indulgenti tra di noi in lista, perché il
problema sottotraccia è che l'incubo epocale che stiamo sviscerando chi da lustri chi forse da decenni, è atroce già di suo. Ecco, e scusate lo sfogo

3 commenti:

  1. Mitico Ferrandi. Mitico.

    RispondiElimina
  2. Non capisco. L'amica di Ferrandi lo manda affanculo perché lui insiste coi suoi soliti discorsi. La mia impressione è che non si capiscano più, almeno su certe cose. Capita, può dispiacere, ma non vedo il nesso con il titolo.

    RispondiElimina