giovedì 26 dicembre 2013

Preparare il rinascimento.

O rendere il medioevo in arrivo il più breve possibile.





Sono stato assente a lungo. Non avevo voglia di scrivere prima di aver capito un po' meglio, un certo numero di cose. Ho passato gli ultimi mesi a studiare. Prevalentemente economia. Ora sono altrettanto confuso di quanto lo ero prima, ma ad un livello superiore. C' è un corso elementare, ma molto chiaro sul sito della Kahn Academy. Qualcuno dirà: troppo elementare. Può darsi, ma ci fossero più economisti che si impegnano a seguire interamente un corso elementare di termodinamica. Poi in effetti, per elementare che sia, la parte di economia finanziaria, e in particolare la lunga sezione che spiega la dinamica della crisi finanziaria dal 2007 ad oggi, è dettagliata e chiarissima. L'autore, Salman Khan, è stato invitato anche sulla CNN e su altre major dell'informazione per spiegarla al grande pubblico. La storia di Salman Khan è di per se interessante, ma non è questo il momento di parlarne, la potete trovare in rete. Poi ho approfondito su un paio di testi di Economia Politica il che mi ha costretto a rinvigorire la mia cultura matematica che avevo colpevolmente lasciato indebolirsi. Ecco questo per dire perchè avevo poco tempo e voglia di scrivere.

Nelle ultime due settimane ho letto, riletto e meditato l'ultimo libro di Jeremy Legget
: The energy of nations: risk blindness and the road to renaissance. (L'energia delle nazioni: cecità al rischio e la strada per il rinascimento”). Ho scritto una recensione che dovrebbe uscire sul blog di ASPO-Italia nei prossimi giorni. Leggett è un tipo simpaticissimo e se non fosse tale probabilmente scatenerebbe la mia invidia. E' pragmatico e appassionato, senza quella tendenza all'autocompiacimento accademico che hanno molti esperti di questioni varie (fra cui energia, clima, ambiente, risorse ....), è un critico feroce dell'apparato dominante del capitalismo attuale fatto di grandi compagnie energetiche (fossili + nucleare), senza essere il tipico guru della sostenibilità ambientale o il profeta della palingenesi anticapitalista. Da uno come lui è facile digerire una frase come quella con cui conclude il libro: il capitalismo come oggi lo conosciamo deve essere interamente riprogettato e ristrutturato. E perché? Perché sta silurando il nostro benessere, distruggendo la nostre economie, e lasciando un pianeta invivibile per i nostri figli. La ristrutturazione passa ovviamente dallo sviluppo rapido e generalizzato delle rinnovabili letteralmente a discapito delle fossili e del nucleare e dei comportamenti di produzione e consumo sostenibili. Aggiungo io: anche dei comportamenti riproduttivi. Purtroppo Jeremy non lo dice. Chissà se lo pensa. Glielo chiederò. Un buon 2014 a tutti, in attesa che la realtà del contesto ci permetta di iniziare a lavorare fattivamente al rinascimento prossimo venturo. Intanto sembra che la fuori continuino a parlare d'altro, cioè di tutta quella congerie di epifenomeni che interessano la politica.

9 commenti:

  1. Anche il professorino inglese di origini penso pakistane parla di un cambio di paradigma con una riduzione dei consumi e della mobilità, ma non penso sarà una scelta voluta. Intanto la cassetta della posta, pur essendo subito dopo Natale, è piena di pubblicità e mi hanno già chiamato oggi al telefono tre ditte. La bestia ferita diventa più pericolosa e così questo sistema coi suoi adepti. Prepariamoci a ballare, la lunga notte medioevale ha da cominciare e siamo solo al crepuscolo. Poi sperare negli economisti è peccare di fiducia, perchè quello che dicono oggi è molto diverso da quello che dicevano 40 anni fa, che era molto più onesto ed aderente alla realtà economica. Spacciare un PIL fatto per il 73,9% da terziario per ottimo è da mistificatori, quando anche a Strasburgo ne sono molto molto preoccupati, probabilmente non per il presente, nè l'immediato futuro. Ma il popolino bue va confuso per poterlo manovrare con facilità, altrimenti bisogna fargli fare la fine che il senato romano fece fare a Catilina e ai suoi, poco lontano da qui, in località Pons Petrus, odierna Pontepetri, perchè si erano ribellati ai latifondisti del senato, che preferivano far lavorare gli schiavi provenienti dalla vittoriose guerre piuttosto che i liberti romani, che pretendevano dei diritti, mentre lo schiavo prendeva delle frustate. Come vediamo anche l'economia del I sec. a.c. era ,direi, spietata, perchè perseguiva e persegue solo interesse e guadagno finanziari, come se l'essere umano fosse fatto di soldi. Ma la termodinamica farà giustizia, perchè, a dispetto delle varie truffe in giro, non può essere manipolata. E il Rinascimento non potrà deviare dalla termodinamica e anche dai valori, che anche loro sono eterni ed immutabili, anzi lo sono più della termodinamica stessa, se è vero come è vero, per chi crede a Gesù, che fermò la tempesta e camminava sulle acque. In effetti anch'io ho vissuto dei fenomeni strani nella mia vita, ma sono esperienze personali, delle quali molti non si sarebbero nemmeno accorti, come moltissimi non sanno nemmeno cosa sono le leggi termodinamiche e se ignorano le leggi umane e fisiche, come fanno a andare ancora più in là nella loro vita? Ma il cammino è lungo e qualcosa di buono prima o poi verrà. Buon anno a tutti.

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  2. Salman Khan si muove interamente all'interno del paradigma dominante. Ho lasciato un paio di esche in giro nella sua Academy riguardanti i Limiti dello Sviluppo, e ho ricevuto, non direttamente da lui, una risposta standard: il limiti si superano con la tecnologia. Però ha il pregio di spiegare semplicemente e con chiarezza la crisi finanziaria. Non serve per conoscere la verità, ma per capire un linguaggio. Studiare l'economia, non solo con la khanacademy, mi sono sciroppato anche un paio di testi standard, il Cozzi e un'altro che avevo in casa che è piuttosto critico con la posizione neoclassica: il Cavalieri, e un libro di applicazione del calcolo alla microeconomia. Il tutto mi ha confermato quanto già avevo intuito, ma ne avevo bisogno per essere meno approssimativo nelle mie convizioni.

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  3. a parte che Khan è all'oscuro del WEO IEA 2013 e lo possiamo scusare, cosa hai intuito, a parte il fatto che l'economia è al soldo del paradigma?

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    1. Non mi piace affrontare il confronto con l'idea che ci sono i buoni e i cattivi. Diciamo che quello che ho capito è che effettivamente l'economia come scienza sociale non è ancora quasi per nulla scienza naturale e quindi vale quanto dice più sotto Lumen nel suo commento.

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    2. Sinceramente il WEO 2013 l'ho considerato poco anch'io, quando è uscito mi è sembrato la solita estrapolazione indebita del presente nel futuro. Non so come potrebbe modificare l'opinione di un economista main stream.

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  4. Caro Luca, mi è piaciuta molto la tua esortazione agli economisti << ci fossero più economisti che si impegnano a seguire interamente un corso elementare di termodinamica... >>.

    In effetti il cuore del problema mi sembra proprio questo: le scienze sociali (e l'economia è tra queste) tendono ad essere un po' troppo autoreferenziali, ovvero a trarre conclusioni generali su dati raccolti in periodo storici troppo brevi (rispetto alla scala geologica a cui necessariamente apparteniamo).
    In questo modo si traggono inferenze sulle tendenze future che non sono giustificate.

    Troppe cose vengono date per scontate, come se fossero eterne, e questo è semplicemente infantile, quando non addirittura folle.

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  5. "tendono ad essere un pò troppo referenziali"? A far cassa dirai. Finire sotto un ponte o crocifisso non piace certo specie a chi ha raggiunto una figura di un qualche rilievo.

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