martedì 11 febbraio 2014

La solita storia. (Ma sempre peggio)

Ecco com'era il Borgo di Pontassieve stanotte.


Danni e lacrime. Per fortuna in questo caso nessun morto. L'abbiamo visto migliaia di volte nel nostro paese. Ancora qui in Toscana negli scorsi anni, in Liguria, in Sicilia, in Sardegna praticamente ovunque, anche nel resto d'Europa e nel mondo.

L'acqua che invade un antico Borgo del 1300 è la rappresentazione plastica di quello che sta accadendo al clima di questo pianeta. Ma il cambiamento climatico, che è il prezzo che paghiamo all'uso entusiastico dei combustibili fossili per alimentare la crescita economica e demografica, non può essere una scusa. Abbiamo costruito ed ostruito; costruito dove nessuno dei nostri avi l'avrebbe mai fatto e ostruito fossi e torrenti che un tempo garantivano il deflusso dell'acqua.

Riprendendo il titolo di una pagina facebook che giorni fa ha avuto un successo straordinario: "Sei pontassievese se...." ai molti ricordi pubblicati si potrebbe aggiungere che sei pontassievese se ricordi che nel punto in cui è avvenuto l'allagamento di stanotte c'era un tempo un fognone che i ragazzi d'estate andavano ad esplorare, con le candele mi ha detto un signore di una certa età, e che quindi doveva essere presumibilmente ad altezza di bambino. Dove è finito? Sarà stato sostituito da qualche fognatura dimensionata, nel migliore dei casi, sull'ipotesi che la statistica delle precipitazione rimanesse costante. Ma non è successo. Negli ultimi anni i fenomeni estremi si moltiplicano e quello che era appena sufficiente per un mondo che non esiste più è gravemente insufficiente.

Sempre la solita storia che si ripete all'infinito. La saggezza dei vecchi consisteva nel creare strutture ridondanti. Il fognone sarà stato magari anche di dimensioni eccessive, ma era il segreto della resilienza di una società che non esiste più. Sostituita da una in cui il danno, e le lacrime di chi l'ha subito, diventano immediatamente opportunità di crescita, per qualcun'altro.

Questi fatti, questi danni, sono la manifestazione di una crisi ecologica che non può non avere conseguenze economiche, sociali e politiche. Dobbiamo prendere atto che i problemi che abbiamo non possono essere risolti con i mezzi che li hanno creati. E questa non l'ho detta io, ma Albert Einstein.

14 commenti:

  1. Chissà se qualcuno stanotte rideva anche da noi, spero di no, però è vero che non si previene, non si cura, non si mantiene perché DOPO c'è un business per qualcun altro, come Aquila insegna, anzi, come tutte le guerre insegnano. Sono avvilita dal non avere soluzioni.

    RispondiElimina
  2. In effetti posso confermare che (anche) qui in Liguria dopo ogni ondata di maltempo la situazione è sostanzialmente analoga.
    La crescita (demografica, economica, edilizia, energetica, ecc. ecc.) per ragioni 'oggettive' NON può proseguire all'infinito ... eppure recentemente una coppia residente nell'entroterra savonese ha raggiunto quota DIECI figli e tale "evento" (ancora una volta) è stato salutato da un tripudio pressoché generale: chissà perché in questi casi (e solo in questi) i dati statistici sempre più "neri" riguardanti disoccupazione, povertà, disparità economico-sociali, inquinamento ambientale, ecc. ecc. quotidianamente riversati dai mass-media sui cittadini, improvvisamente cessano di avere senso/valore e il futuro (prossimo & remoto) magicamente assume le sembianze di un Giardino dell' Eden...

    RispondiElimina
  3. La propaganda natalista, anche se e quando è inefficace, è semplicemente manifestazione di cretinismo naturale. Devo ammettere che è infatti la nostra natura che ci rende felici di vedere dei cuccioli, ma si dovrà capire, ad un certo punto, che i limiti naturali non possono essere superati, o lo faremo con l'intelletto (e ormai ci credo poco) oppure faremo come tutte le altre specie: crescita, overshoot, collasso.

    RispondiElimina
  4. << Abbiamo (...) costruito dove nessuno dei nostri avi l'avrebbe mai fatto >>

    Caro Luca, questo è proprio una delle conseguenze più inevitabili e devastanti della sovrappopolazione.
    Il buon senso ci dice di non andare a vivere dove la natura è pericolosa, ma la pressione demografica finisce per far spuntare case e abitazioni anche lì.
    Poi, dopo il disastro, tutti a piangere...

    RispondiElimina
  5. Si Lumen, come quando sono morte 2000000 persone o più, non ricordo, per lo tsunami di Sumatra, a parte i resort turistici creati dove prima c'erano le mangrovie, ci sono villaggi di gente che non ha altro posto dove andare lungo tutta la costa del golfo del Bengala.

    RispondiElimina
  6. francamente non vedo il nesso fra i problemi idrogeologici e climatici e l'aumento della popolazione...si fossero seguite le buone regole della manutenzione, anche ordinaria, quello che è successo (a Pontassieve) si poteva evitare a prescindere dal numero dei figli per abitante

    RispondiElimina
    Risposte
    1. (Per quel che può valere) sono d'accordo con quanto risposto da Lumen...
      Basti pensare al fatto che le calamità naturali oggi producono molte più vittime e danni che in passato: anche volendo lasciare da parte aree come il Sud-est asiatico (cfr. lo tsunami di fine 2004), infatti, dal 1861 ad oggi la popolazione residente sul territorio italiano è PIU' CHE TRIPLICATA e continua inesorabilmente ad aumentare (sia pure "grazie" alla costante immigrazione dall'estero e malgrado le costanti lamentazioni sul calo della natalità indigena), con quel che inevitabilmente ne consegue in termini di 'ecological footprint' complessivo: in tale opprimente scenario, negare che tutto ciò implichi tributi sempre più pesanti in termini di danni a persone e a cose (oltre che al paesaggio in gen.le), significa volere la botte piena, la moglie ubriaca e pure l'uva nella vigna...

      Elimina
  7. Scusa Cecilia, ma - secondo me - il nesso c'è eccome.
    Certo con una buona manutenzione e cura del territorio (che però non sempre viene fatta), molti problemi si possono evitare.
    Ma vi sono molti luoghi intrinsecamente pericolosi, nei quali l'insediamento umano deve essere evitato perchè è una follia.
    E la sovrappopolazione, che porta a riempire qualsiasi nicchia disponibile, finisce per far sorgere insediamenti umani anche lì: gli esempi - purtroppo - non mancano e sono sotto gli occhi di tutti.

    RispondiElimina
  8. solo lo 0,5% dell'umanità vive combattendo istinti e passioni. I 6.965.000 rimanenti causeranno questo ed altro.

    RispondiElimina
  9. scusate , i rimanenti 6.935.000.000. Sarebbe stato troppo bello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non e' bello quello che dici, basterebbe scendere come popolazione di un ordine di grandezza per rimettere un po' in sesto le cose. A proposito anch'io da piccola andavo a Reggello alla chiesa, forse ci siamo anche visti ;) mi ricordo che era una chiesina piccina e quando pregavano per le apparizioni non ci si entrava tutti. Un' ultima cosa, oggi il Papa ha detto di non litigare tra religioni, a prescindere da quello che si crede personalmente ti mando il link http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2014/02/20/Concistoro-quasi-2-ore-relazione-Kasper-Presenti-circa-150_10112029.html

      Un bacio dalla Marianna

      Elimina
  10. Cecilia, oltre a quanto dice Lumen, il cambiamento climatico, che è quello che determina l'intensificarsi dei fenomeni ovunque, è un effetto dell'aumento della popolazione e di produzione e consumo. Inoltre se la popolazione aumenta oltre un certo livello una gran parte delle risorse viene impegnata in politiche sociali, wellfare, sanità, assistenza e non nella cura del territorio. Se fai una cosa non puoi farne un'altra.

    RispondiElimina
  11. "quello che è successo (a Pontassieve) si poteva evitare a prescindere dal numero dei figli per abitante"

    Come ti hanno già spiegato, la sovrappopolazione ha effetti rovinosi sia a livello locale (Lumen), inducendo ad antropizzare zone la cui naturalità non andrebbe mai toccata, sia a livello globale (Luca), perché altera il clima, estremizzandolo. Non c'è corretta manutenzione che tenga, quando ti arrivano addosso quantità d'acqua enormi ed enormemente concentrate. Questo capita per il peso spropositato che l'umanità ha sull'ecosistema, dovuto al numero troppo alto dei suoi componenti.
    E' tutta una questione di numeri e grandezze con cui i fenomeni si presentano, non puoi prescindere da una cosa così rilevante come la demografia, queste ansie di assoluto vanno bene quando parli di religione, non del clima.

    RispondiElimina
  12. sì, ok ho capito il discorso e per alcuni versi concordo. però qui si parte da un evento legato ad un particolare paese (Pontassieve) che non ha mai sofferto e non soffre di antropizzazione e/o edilizia selvaggia. fra l'altro il motivo scatenante l' "onda" che si è abbattuto nel centro storico proviene da una cattiva gestione non degli utlimi 5-6 anni (quelli della crisi economica, per intenderci, in cui potevano essere risicate le risorse dell'ente Comune per la cura del territorio) ma di decine di anni prima, in cui chi ci ha governato ( e tutt'oggi ci governa) non lo ha fatto bene! si raccoglie, sempre, purtroppo, quel che si semina! Per il resto capisco che tanti, seppur piccoli, problemi nel micro-sistema finiscono sempre e comunque per incidere sull'intero ecosistema

    RispondiElimina