giovedì 4 novembre 2010

Cassandre a convegno.

Cassandra. Frederick Sandys (1829-1904)

Spesso in questi anni lanciando l'allarme sulla questione dell'imminente picco del petrolio e dei suoi effetti economici e sociali, ci siamo sentiti dare delle "cassandre". A forza di sentircelo dire ci siamo affezionati alla vera Cassandra, non quella che viene usata come sinonimo di annunciatrice di sventura, ma la bella (e sfortunata) figura mitica che, inascoltata, lanciava giusti allarmi ai propri cittadini. Ci siamo affezionati, ma non identificati, infatti non abbiamo mai rinunciato all'idea che almeno qualcuno ci stia a sentire e cambi i propri comportamenti di conseguenza.

Il IV congresso di Aspo‐Italia si svolgerà a Trento, Facoltà di Ingegneria, Via

Mesiano 77, 38050 il 5/6 Novembre 2010, aula R2, 2° piano ed avrà un tema
sintetizzabile nello slogan: “Terra 3.1”.

Nel 500° numero de “Le Scienze” si sosteneva, che dopo una fase 1, nella quale
l’uomo primitivo si è sforzato di sopravvivere sfruttando le risorse dell’ambiente,
durata fino al Neolitico ed una seconda negli ultimi 10.000 anni in cui ha
modellato il mondo che lo circondava piegandolo alle proprie esigenze, oggi si
apre una terza fase in cui una crescita indiscriminata come quella dei 200 anni
precedenti non è più possibile. Molti processi ambientali sono arrivati ad un
punto di non ritorno come dimostrato dalla questione climatica, dalla crisi di
alcune risorse, ma anche dalla distruzione parossistica degli ambienti naturali;
questo avviene proprio mentre lo sviluppo economico tradizionale sembrerebbe
consentire anche a molti paesi poveri di aumentare il livello di vita delle loro
popolazioni. In questa terza fase, Terra 3, occorrerà comunque conciliare la
presenza umana e la impossibilità di ottenere risorse illimitate dal pianeta.
Non solo siamo d’accordo in linea generale con questa analisi, ma come Aspo‐
Italia ci poniamo il problema di come concretamente affrontare le innumerevoli
questioni che si aprono sia dal punto di vista tecnologico che economico e
sociale. Come conciliare l’esigenza di una maggiore giustizia distributiva e le
dimensioni limitate del pianeta? Quali tecnologie e quale organizzazione della
produzione, della riproduzione e dello scambio sono maggiormente adeguate?
Questo è l’argomento del nostro congresso che vuole entrare nel merito di alcune
almeno di tali questioni. Oltre 40 anni fa fu pubblicato “Limits to growth” che
sviluppò per la prima volta il tema; seguiremo la traccia, per quanto possibile
aggiornata, di quella grande impresa intellettuale.
Il congresso è aperto a tutti gli interessati.

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