lunedì 7 luglio 2014

Storia del XX secolo in (pochi) numeri.

Più volte ho sottolineato la situazione di overshoot ecologico della nostra specie. Nel farlo ho spesso usato i dati di Vaclav Smil sulle biomasse dei vertebrati di terra, e utilizzando altri dati anche di quelli marini. Ho sempre detto che non mi era riuscito bene di capire la fonte da cui Smil traeva le sue stime, ma le divulgavo per l'autorevolezza del grande studioso di energetica ed ecologia. Nel 2011 Smil ha pubblicato un articolo, disponibile in rete per il download gratuito, che conferma i dati e ne cita la fonte. Inoltre l'articolo opera una ricostruzione storica dell'evoluzione delle biomasse su cui vale la pena di riflettere, perché ci permette di porre in prospettiva storica l'espansione umana nel XX secolo. Le percentuali stimate variano poco rispetto a quanto avevo riportato in passato.

Biomassa delle popolazioni di vertebrati presenti sulle terre emerse in miliardi di tonnellate di carbonio (Gt C).
La storia umana è dunque una storia di straordinario e repentino successo ecologico giocato a scapito degli animali selvatici la cui quantità è diminuita in termini relativi e assoluti. Ma anche a scapito di una moltitudine di animali domestici (bovini, ovini e suini) ridotti peggio degli schiavi, fatti vivere spesso in condizioni inaccettabili da qualsiasi punto di vista, le cui vite miserande sono tenute nascoste negli allevamenti industriali e terminate con metodi osceni nei mattatoi.
A scapito anche della vegetazione come si vede dai dati riportati nella tabella che segue (adattata dal solito articolo di Smil) nella quale si riporta anche la crescita della popolazione umana e, quella parallela, dell'energia pro-capite a partire da 5000 anni fa.


Anno
Popolazione
(milioni)
Energia
(GJ/capite)
Speranza di vita (anni)
Fitomassa globale (Gt C)
5000 anni fa
20
< 3
20
> 1000
0
200
< 5
< 25
1000
1000
300
< 10
< 30
900
1800
900
23
35
750
1900
1600
27
40
660
2000
6100
75
67
550


Come si vede la progressiva distruzione della massa vegetale ha un'accelerazione a partire dal XIX secolo: in due secoli e mezzo la fitomassa è stata ridotta di una quantità pari a quella distrutta nel millennio precedente. L'era delle fonti energetiche fossili (che sono essenzialmente fitomassa prodotta dalla fotosintesi centinaia di milioni di anni fa) non ha portato bene né agli animali né alle piante, ma ha favorito l'espansione incontrollata di un'unica specie, la nostra, che ancora non ha  individualmente, socialmente e culturalmente capito che non può vivere senza le altre specie.

6 commenti:

  1. << un'unica specie, la nostra, che ancora non ha individualmente, socialmente e culturalmente capito che non può vivere senza le altre specie. >>

    Una sintesi perfetta.
    Le motivazioni sono probabilmente molte (e magari difficili da individuare), ma la conclusione - molto semplice - è questa: NON ABBIAMO ANCORA CAPITO.

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    1. Di fronte a questo fatto la maggior parte delle persone fa finta di niente, una minoranza si atteggia ad un ottimismo di maniera e un'altra minoranza dice che non è vero e mi da del nazista o giù di li. Esclusa naturalmente la terza minoranza: quella che concorda.

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    2. Per quel che può valere, il sottoscritto appartiene alla (minoranza della) terza minoranza che non solo concorda ma anche ritiene spiegabile tale autolesionistico andazzo pressoché solamente con un determinismo/necessitarismo di matrice spinoziana non immediatamente conciliabile con il ruolo ricoperto dalla casualità nel processo evoluzionistico-darwiniano; del resto J. Monod dedicò un (meritatamente) celebre saggio proprio all'analisi del rapporto tra Caso e Necessità...

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  2. domenica scorsa a Staffoli Pisa mia moglie ha visto un cinghiale dalla macchina nel campo adiacente la strada. Ne è rimasta terrorizzata, nemmeno avesse visto il diavolo. Non penso sia solo una questione di comprensione, quanto di accettazione. Vivere in un mondo di cemento e asfalto ti può tenere lontano da serpenti velenosi e felini giganti affamati di carne umana, ma volerci vivere per stare lontano da un cinghiale che se ne andava tranquillo per la sua strada, mi pare eccessivo, ma anche esplicativo del livello di allontanamento dalle realtà naturalistiche a cui siamo ormai arrivati.

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  3. Fra l'altro, a proposito di cinghiali, l'Europa deve essere apparsa un paradiso per i primi ominidi che ci arrivarono. Assenza quasi totale di predatori e abbondanza di praticamente tutto.

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  4. Stà diminuendo la Biodiversità.
    La Biodiversità è utile alla natura per potersi adattare ai cambiamenti : nulla è immutabile.
    La causa della diminuzione della biodiversità .... siamo Noi esseri umani.

    Gianni Tiziano

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