sabato 4 ottobre 2014

Divergenza.

Mi sembra che ci sia una tendenza in atto alla divergenza delle opinioni e perciò alla radicalizzazione delle posizioni. Da una parte c'è chi vede lo svolgersi di tutte le catastrofi prevedibili e previste: il clima, la sesta estinzione di massa, altre catastrofi ambientali e socio-economiche tutte riconducibili ad un evento: il raggiungimento dei limiti biofisici della crescita umana, cioè l'overshoot, il superamento della capacità di carico, la tracimazione ecologica. Dall'altra parte ci sono coloro che perseguono la e credono nella ripresa del cammino plurisecolare di progresso e sviluppo della nostra specie, considerano la crisi attuale come una delle tante fasi di stasi cui seguirà, grazie all'innovazione tecnologica e politica, una nuova fase di crescita e sviluppo.

Pessimisti contro Ottimisti.



Nel mezzo vedo, in occidente una massa semiaddormentata di persone che affogano le loro angosce nelle residuali orge del consumismo (cfr IPOD6), nel mondo in via di sviluppo: una massa ancora più grande di formichine idealmente proiettate verso l'impossibile orgia consumista, nei paesi poveri una corsa al si salvi chi può, fra epidemie di Ebola, malnutrizione, miseria, e tentativi di migrazione, che spesso finiscono in fondo al mare, verso i paesi ancora ricchi.

I Pessimisti vedono il caos e la catastrofe avvicinarsi. Gli Ottimisti ribattono con il consueto sorrisino condiscendente che: si ci sono dei problemi, ma è sempre stato così, ed è una presunzione di ciascuna generazione lidea di vivere in un periodo eccezionale. Oltre a credere nell'esistenza della Terra Piatta e Infinita, un luogo nel quale quando si è sfruttato un'area ci si sposta e si comincia a sfruttarne un'altra, credono anche nella Storia Piatta. La realtà storica darebbe ragione alla presunzione di "tutte le generazioni" solo nel secolo scorso l'umanità ha vissuto un paio di catastrofi maggiori: la prima e la seconda guerra mondiale, e solo i nati dopo il 1945 in occidente possono dirsi indenni.
Il Pessimista elenca i segnali negativi, molti, l'Ottimista si butta sui tecnicismi. Il Pessimista parla di proiezioni e l'Ottimista ribatte con i dati attuali, l'unica cosa che conosce insieme a quelli del passato, e per lui il futuro è l'estrapolazione del passato dato che la Storia è piatta.

Non credo che ci sia un possibile punto d'incontro, una mediazione, possiamo fare tutti gli sforzi, ma le posizioni sono inconciliabili anche quando, e a me capita, si mantiene un livello di dibattito civile.

Gli Ottimisti hanno, nei confronti della massa, dormiente o freneticamente impegnata, un grande vantaggio: sono ottimisti. Hanno una narrativa vincente perché narcotizzante.

Purtroppo la capacità di reazione alla crisi che verrà (ah io mi colloco fra i pessimisti quindi do per scontato che si sia in una fase immediatamente precedente al collasso) dipende in gran parte dalla conoscenza dei problemi che la determinano, quelli che i Pessimisti continuano a ripetere da decenni. Non dipende, o dipende in minima parte, da una nuova esplosione di innovazione tecnologica che ci porterà a sostituire il petrolio con il sole e il vento, dipende da quanto sappiamo sul funzionamento degli ecosistemi terrestri e sugli effetti che su questi ha il metabolismo sociale ed economico umano.

Ma come fare per rendere questo sapere operativo? Come svegliare la massa narcotizzata? Io non ho una risposta perché vedo che anche i tentativi di coinvolgere le persone comuni in un processo virtuoso di transizione verso la sostenibilità, non mobilita che minoranze infime, e non modifica che in modo impercettibile la rotta del Titanic.

La risposta degli iper-pessimisti la conosco, è facile: "siamo fregati, aspettiamo il collasso", quindi me la potete risparmiare.

11 commenti:

  1. personalmente non credo di essere nè ottimista nè pessimista nel modo descritto; nel senso che sono sicuro che andiamo verso il muro e penso che la soluzione se è possibile è solo politica; non ci sono soluzioni tecnologiche; dall'altra evito di dire che la catastrofe è inevitabile nel senso che dobbiamo per forza pensare che moriremo a miliardi di persone; probabilmente avremo un robusto incremento del tasso di mortalità; figli e nipoti vivranno peggio di noi, ma non credo a soluzioni tipo maxmad; penso che avremo la possibilità di cambiare tutto, e che lo faremo solo se ci saremo spinti per forza; ho fiducia nella Politica (P maiuscola) questa è una crisi ed è una occasione di cambiamento; non è detto che vada bene, ma non lo darei per scontato, anche perchè se uno lo da per scontato deve solo andare a costruirsi l'aspocastello, invece se non lo da per scontato deve battersi per cambiare le cose a partire dalla presa di coscienza ma che da sola non basta; occorre cambiare i termini dei rapporti sociali e del mercato, se lo facessimo oggi saremmo ancora in tempo ad evitare anche solo un problema; ma non lo faremo, ovviamente, dobbiam arrivare sull'orlo del baratro per trovare una via di uscita, siamo una razza fatta così

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  2. << dobbiam arrivare sull'orlo del baratro per trovare una via di uscita, siamo una razza fatta così >>

    Considerazione ineccepibile.
    Ci aspetta sicuramente un periodo di turbolenze e disgrazie, che potrebbe essere lungo ma non lunghissimo, poi alla fine verrà trovato un nuovo equilibrio (ecologico, demografico ed energetico), che accetteremo con sollievo.
    Io (che sono della generazione di Luca) sono convinto di poterlo ancora vedere.

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  3. La speranza di Luca Pardi per un rientro dolce a due miliardi mi sembra un miraggio.
    Non e' realistico un obiettivo di questo genere se non in tempi di secoli!!
    Il" rientro" non potra' essere dolce ne' di questa entita'.
    L'unica possibilita' e' che prenda il potere mondiale il partito "comunista"? cinese
    e che applichi le rigide norme cinesi in materia di demografia !!

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  4. Mi pare di capire che nel prospettare il futuro che ci attende vi siano - dal punto di vista politico - due scuole di pensiero:
    - una che prevede un unico governo mondiale dittatoriale, che gestisce con pugno di ferro le risorse sempre decrescenti;
    - un altra che prevede un ritorno ai governi locali, che gestiscono su base moderatamente condivisa le risorse territoriali di cui dispongono.

    Mi sembra che Luca Pardi appartenga di più alla seconda scuola.
    Ce lo confermi ?

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  5. Le mail di un mio amico canadese finiscono così: "If there is not an economic collapse soon, something terrible is going to happen". Ottimisti sono coloro che prevedono un imminente collasso del sistema economico, quindi la fine della "crescita". Pessimisti sono coloro che pensano che ci sarà "la ripresa", che è la continuazione dei processi che distruggono la Vita. Naturalmente su un piano generale, perchè più riprende lo sviluppo economico, più grave diventa la situazione e più gravi le conseguenze. Inoltre, uno degli scenari dei "Limiti dello sviluppo" (1972) faceva l'ipotesi-limite di "risorse infinite" ma collassava anch'esso, solo un po' più tardi. Il problema non sono le "risorse che si esauriscono" ma il funzionamento del sistema economico, assolutamente impossibile se non per tempi brevissimi. Il problema è anche quello di considerare "risorse" il Complesso Organismo di cui facciamo parte.

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  6. In effetti, quello dell'esplosione demografica risulta uno dei pochissimi temi sui quali i mass-media, normalmente propensi a prospettare scenari catastrofici, "vedono rosa", ovvero prefigurano scenari paradisiaci per una popolazione umana di 10-12 e passa mld. di unità, mentre gli Stati nazionali, le classi politiche di destra & di sinistra, le principali confessioni religiose, gli economisti turbo-liberisti e pure le femministe dure & pure generalmente innalzano peana alla libertà sconfinata e totalmente irresponsabile di procreazione...
    In tale scenario, rendere operativo il più razionale sapere ecologico ed economico-sociale disponibile e svegliare la massa narcotizzata risulta obiettivamente difficile: si tratta infatti di remare contro-corrente e promuovere comportamenti che vanno contro l'inveterata tendenza biologica e socio-culturale all'espansione del proprio clan, della propria comunità e della propria nazione, in ossequio spec.te all'obsoleto meme secondo cui "il numero è potenza"...
    Tuttavia la migliore strategia possibile in un caso come questo sembra quella di continuare a cercare di accrescere (sia a livello dei decision-makers economico-politico-religiosi locali e globali, sia a livello di noi gente comune) la consapevolezza dei disastri prodotti dalla sovrappopolazione: ad es. prospettando ai 'carnivori' che una crescita demografica umana incontrollata porterà necessariamente al vegetarianesimo universale!
    Solo se punte nel vivo, infatti, probab.te molta gente e molte istituzioni rivedranno le proprie posizioni e i propri comportamenti (...) e in ogni caso converrà conservare un minimo di speranza e tenere a mente che, come affermavano i latini, "gutta cavat lapidem"...

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  7. OT

    Svizzera, 30 novembre 2014: ultima fermata?

    Dum Romae consulitur ... Mentre qui si chiacchiera quattro gatti, i soci di Ecopop (circa 350), sono riusciti in un'impresa di cui nemmeno vi sognate: imporre all'agenda politica una riflessione sulla crescita demografica in Svizzera e nel mondo intero. Grazie a un lascito è stato possibile lanciare l'iniziativa "Stop alla sovrappopolazione - per la conservazione delle basi naturali della vita". Sono state raccolte le 100'000 firme necessarie e adesso il popolo sarà chiamato a esprimersi il 30 novembre. L'iniziativa ha superato lo scoglio dell'ammissibilità - contestata dai democristiani - ed ora la parola tocca agli elettori. Vi invito a seguire, per quanto possibile, il dibattito e la nostra lotta: sul nostro sito - www.ecopop.ch - trovate informazioni sull'iniziativa e la nostra associazione (in parte anche in italiano, cliccare su it in alto a destra). SI TRATTA DI UNA PRIMA MONDIALE. Nel dibattito parlamentare l'iniziativa è stata fatta a pezzi da tutti i partiti che hanno sparato a zero su Ecopop, considerati nella migliore delle ipotesi degli imbecilli, ma piuttosto anche xenofobi e razzisti. Quante possibilità ha la nostra iniziativa? Difficile dire perché dopo l'iniziativa del 9 febbraio scorso - approvazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa - il popolo svizzero è sotto attacco da tutto l'establishment elvetico e dall'UE e regna molta apprensione. La nostra iniziativa è molto più radicale e soprattutto precisa, perché indica delle cifre che sarebbero fissate nella Costituzione (l'iniziativa del 9 febbraio era invece aperta e ambigua).
    Comunque si parla di incremento demografico, in Svizzera e nel mondo, e di pianificazione familiare nei paesi in via di sviluppo. Questo secondo punto è considerato persino dai Verdi indegno, colonialista, perché c'immischieremmo nelle faccende interne di altri paesi. In realtà l'iniziativa di Ecopop esige semplicemente l'utilizzo del 10% dell'attuale aiuto allo sviluppo della Svizzera per promuovere la pianificazione VOLONTARIA in detti paesi. Il 10% sono ca. 200 milioni di franchi, una somma irrisoria.
    Fate il tifo per noi. Quasi sicuramente l'iniziativa non passerà, ma si sarà parlato a livello ufficiale e nazionale di sviluppo demografico e di sovrappopolazione.

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  8. << Fate il tifo per noi. >> Questo è poco ma sicuro !

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  9. Per quello che vedo, sono pessimista.
    Troppi sono gli attacchi (vincenti) alla Natura, di cui facciamo parte.
    Collasseremo, anzi penso avremo un infarto, e con noi gran parte dei nostri fratelli animali e piante.
    Grandi responsabilità hanno la politica, i media, le scuole.
    Noi esseri umani siamo intelligenti, si, ma di una intelligenza pazza.
    Gli unici che si salvano sono i popoli che vivono o vivevano fino a poco tempo fa in stretto contatto con la Natura (Pigmei, Boscimani, Yanomani, Guarani, Aborigeni, Papuasi, Eschimesi, Andamani, Indiani nordamericani, ecc.) : ma li abbiamo attaccati ripetutamente per appropriarci delle loro terre.
    Loro privilegiano la "saggezza", noi l' "intelligenza".
    Li abbiamo sconfitti quasi tutti.
    Siamo pazzi. Pazzi.
    .----
    Lo scrittore sudafricano Laurens van der Post racconta una conversazione tra lo psicologo Carl Jung e Ochwiay Biano, capo degli indiani del pueblo di Taos.
    Jung chiese a Biano che cosa pensasse dei bianchi e il capo rispose: “I bianchi devono essere pazzi perché pensano con la testa.
    Tutti sappiamo bene che solo i pazzi lo fanno”.
    Jung gli chiese quale fosse l’alternativa e Biano rispose che il suo popolo pensava con il cuore.

    Gianni Tiziano

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  10. INCREDIBILE !!! SOCCORSO «VERDE» PER L'INIZIATIVA ECOPOP

    Una psicoterapeuta ticinese, del partito dei Verdi, si schiera a favore della nostra iniziativa.



    Mi chiamo Claudia Crivelli Barella (1968), ho uno studio di psicoterapia a Mendrisio, all'estremo sud del Ticino, e vivo con mio marito Andreas Barella (coordinatore della campagna contro il raddoppio della galleria del San Gottardo) e le mie tre figlie. Faccio parte del consiglio comunale della mia città e del Gran consiglio ticinese per i Verdi.
    Il numero di abitanti aumenta cinque volte più velocemente rispetto a quanto avviene nell’Unione europea e ogni secondo viene cementificato 1,1 metro quadrato di terreno. Ecopop si prefigge di garantire una crescita sostenibile in Svizzera limitando l’immigrazione al massimo allo 0,2% del totale degli abitanti della Confederazione. Per lottare contro la sovrappopolazione a livello mondiale propone di destinare il 10% dei fondi di aiuto allo sviluppo a misure di controllo delle nascite nei paesi poveri. Vi invito a considerarla con attenzione per quello che è: una difesa del territorio, del valore della vita e della biodiversità messa a rischio dalla specie invasiva più pericolosa del pianeta: l’essere umano.
    Ho pertanto deciso che voterò di sì all’iniziativa, che affronta un tema spinoso con un approccio da ecologia profonda (deep ecology).

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  11. Non posso fare molto per il successo dell'iniziativa, ma nei limiti delle mie possibilità la sostengo. Mi sembra particolarmente interessante l'idea di "dirottare" il 10% degli aiuti allo sviluppo per un genuino aiuto allo svilippo: aiutare le popolazioni dei paesi poveri a non aumentare ulteriormente.

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