mercoledì 4 marzo 2009

Una mia lettera è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera, all'interno della rubrica Italians di Beppe Severgnini. La lettera è riportata qui di seguito. Sto ricevendo, nel mio mailbox personale, diverse risposte favorevoli e contarie alle opinioni espresse nella lettera. A queste risponderò a mia volta collettivamente da questo blog nei prossimi giorni.


Siamo più di 60 milioni: sicuri sia un bene?

Cari Italians,
la scorsa settimana i media hanno riportato la notizia secondo la quale la popolazione residente in Italia avrebbe superato i 60 milioni di abitanti con un saldo positivo di 434.000 unità circa (la somma delle popolazioni di Valle D'Aosta e Molise), grazie ad un piccolo aumento della natalità ed all'immigrazione. I toni a volte entusiastici dei media non sono stati criticati da nessuno. Il fatto che un aumento della popolazione locale e globale sia un fatto positivo è considerato un dogma di fede, mentre ogni accenno a problema della sovrappolazione resta un tabù. Nessuno si chiede per quanto tempo potremo continuare ad aggiungere ogni anno alla popolazione italiana l'equivalente delle popolazioni di città come Bologna o Genova. Nessuno che si chieda come, in un periodo di penuria energetica, si possa far fronte ai bisogni, anche meramente alimentari, della popolazione residente. Continua l'illusione della marcia trionfale della crescita anche quando il ponte del Titanic dell'economia globale si inclina inesorabilmente, indicando la catastrofe prossima della più presuntuosa delle grandi scimmie.
Luca Pardi, gattopardi57@yahoo.it

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